Nigeria, Trump commenta la situazione dei cristiani e la loro realtà attuale

Franco Fogli

Novembre 4, 2025

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente comunicato di aver dato istruzioni al Pentagono per predisporre un possibile intervento militare in Nigeria, con l’intento di “eliminare i terroristi islamici” e fermare le violenze contro i cristiani. Questa dichiarazione ha sollevato preoccupazioni nel governo nigeriano di Abuja, che ha avvertito che un’azione militare potrebbe innescare una nuova crisi nel Paese, noto per la sua diversità etnica e religiosa.

Le minacce di Trump e la risposta nigeriana

Il 4 novembre 2025, Donald Trump ha espresso la sua determinazione a intervenire militarmente in Nigeria, un Paese con circa 237 milioni di abitanti, in gran parte divisi tra musulmani e cristiani. Boko Haram, un gruppo estremista attivo nella regione, è responsabile di un numero significativo di attacchi e violenze, con un rapporto che indica la morte di 43.000 cristiani tra il 2009 e il 2021. Durante lo stesso periodo, circa 29.000 musulmani sono stati uccisi, secondo l’International Society for Civil Liberties and Rule of Law.

Il Washington Post ha riportato che gli analisti avvertono che la violenza in Nigeria ha colpito indistintamente tutte le comunità, con Boko Haram che cerca di affermare la propria influenza nel nord, e bande criminali che seminano il caos nel nord-ovest. Malik Samuel, un esperto di Good Governance Africa, ha sottolineato che le vittime delle violenze non sono solo cristiani, ma anche musulmani, negando l’esistenza di una campagna mirata contro i cristiani.

Le conseguenze di un possibile intervento

Ladd Serwat, del progetto Armed Conflict Location and Event Data (Acled), ha dichiarato che le campagne di Boko Haram e dello Stato islamico della Provincia dell’Africa occidentale, pur presentandosi come anti-cristiane, si traducono in violenza indiscriminata che devasta intere comunità. La questione della sicurezza in Nigeria è complessa e il religioso Atta Barkindo ha affermato che non ci sono tentativi deliberati di uccidere i cristiani, ma ha messo in evidenza l’incapacità del governo nigeriano di proteggere i suoi cittadini.

Trump, attraverso un post su Truth, ha minacciato di bloccare gli aiuti al Paese se non verranno fermate le violenze contro i cristiani. Il presidente nigeriano, Bola Ahmed Tinubu, ha contestato l’affermazione di Trump, sostenendo che la Nigeria non è un Paese di intolleranza religiosa e che le dichiarazioni del presidente statunitense sono una manovra negoziale.

Le reazioni interne e internazionali

Daniel Bwala, consigliere di Tinubu, ha espresso apprezzamento per l’attenzione di Trump, ma ha chiarito che non ci si aspetta un intervento militare. Shehu Sani, ex senatore e attivista per i diritti umani, ha avvertito che un intervento militare statunitense potrebbe provocare una crisi religiosa ed etnica nel Paese, creando più problemi che soluzioni.

Le preoccupazioni di Trump per la Nigeria sono emerse in un contesto di ristrutturazione delle forze militari nigeriane, avvenuta alla fine di ottobre, dopo voci di un tentativo di golpe. La situazione in Nigeria continua a essere instabile, con le autorità che devono affrontare le sfide poste dalla violenza e dall’instabilità politica.

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