Il 4 novembre 2025, la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza cruciale riguardante il servizio di noleggio con conducente (Ncc), stabilendo che lo Stato non ha il diritto di imporre obblighi e divieti agli operatori di questo settore. Questo verdetto arriva in risposta a un conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione Calabria contro il decreto interministeriale numero 226 del 2024, che regolava in modo restrittivo il servizio Ncc, invadendo di fatto le competenze regionali in materia di trasporto pubblico locale.
La sentenza, numero 163, ha evidenziato come l’intervento statale in questa materia abbia superato i limiti consentiti, interferendo con le normative regionali. La Corte ha chiarito che l’introduzione di misure come il vincolo di venti minuti tra la prenotazione e l’inizio del servizio Ncc non solo è sproporzionata, ma va anche contro il principio di libertà economica. Inoltre, la Corte ha bocciato altre restrizioni, come il divieto di stipulare contratti di lunga durata con operatori Ncc per chi svolge attività di intermediazione.
La decisione della corte
La Corte Costituzionale ha dichiarato che le misure imposte dallo Stato, come il vincolo temporale di venti minuti per il servizio Ncc, sono eccessive e non giustificate da un reale fine antielusivo. Tali restrizioni, secondo la Corte, servono solo a limitare la concorrenza e a proteggere i taxi da un’utenza indifferenziata. Questa interpretazione si basa su precedenti giuridici, in particolare sulla sentenza numero 56 del 2020, che aveva già dichiarato incostituzionali norme simili.
Inoltre, la Corte ha sottolineato che il divieto di contratti di durata con operatori Ncc per chi svolge attività di intermediazione limita l’autonomia contrattuale di operatori economici come alberghi e agenzie di viaggio. Queste restrizioni, secondo la Corte, non solo sono ingiustificate, ma compromettono anche la capacità di questi operatori di offrire servizi di trasporto efficienti e competitivi ai propri clienti.
Infine, l’obbligo di utilizzare esclusivamente l’applicazione informatica ministeriale per il servizio Ncc è stato considerato sproporzionato. La Corte ha affermato che le attività di controllo possono essere garantite anche attraverso soluzioni alternative che rispettino la libertà di iniziativa economica e il principio di neutralità tecnologica. Di conseguenza, la Corte ha annullato gli atti impugnati, riconoscendo l’interferenza con la competenza regionale.
Le reazioni di Uber
In seguito alla sentenza, Uber ha rilasciato una nota in cui definisce la decisione della Corte un’importante vittoria per gli autisti Ncc. L’azienda ha sottolineato come questa sentenza rappresenti un passo avanti verso un sistema di mobilità più equo e moderno. La nota evidenzia che la regola dei venti minuti di attesa e altre restrizioni contenute nei decreti dello scorso anno sono state dichiarate incostituzionali e non devono più essere applicate.
Uber ha inoltre dichiarato che è giunto il momento di una riforma del sistema di mobilità in Italia. L’azienda si è proposta di collaborare con i partner taxi e Ncc, insieme al governo e alle amministrazioni locali, per modernizzare le normative e creare un sistema di mobilità che risponda alle esigenze attuali degli utenti. Con milioni di italiani che scelgono quotidianamente Uber per i loro spostamenti, l’azienda si è mostrata pronta a contribuire a un’evoluzione delle regole del settore.
