L’Italia si afferma come un attore chiave nella transizione digitale europea, con dati significativi che evidenziano la sua crescita nel settore. Nel 2025, il numero di data center attivi è salito a 179, rispetto ai 153 del 2024, mentre la spesa per servizi cloud ha raggiunto i 4,8 miliardi di euro, segnando un incremento del 30% rispetto all’anno precedente. Inoltre, oltre 2 milioni di imprese italiane stanno adottando soluzioni di intelligenza artificiale, contribuendo a posizionare il Paese come un punto di riferimento nell’infrastruttura digitale europea. Questi sviluppi sono stati al centro dell’evento “Reti, cloud e regole: il cantiere europeo del Digital Networks Act”, organizzato da Open Gate Italia in collaborazione con Adnkronos, tenutosi al Palazzo dell’Informazione di Roma. Durante l’incontro, si è discusso del nuovo quadro normativo che la Commissione europea presenterà entro la fine dell’anno, destinato a riformare la governance delle reti digitali in Europa.
Il dibattito sul Digital Networks Act
L’evento è stato aperto da Silvia Compagnucci, Senior Consultant di Open Gate Italia, seguita dal discorso principale di Federico Eichberg, Capo di Gabinetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Anche Luca Rigoni, del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, ha preso parte ai lavori. La tavola rotonda ha visto la partecipazione di esperti come Giovanni Santella, Segretario Generale di AGCom, Giuseppe Bianchi dell’Università di Roma Tor Vergata, Stefano Cavedagna, Europarlamentare e membro della Commissione per il Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori, e Letizia Pizzi, Direttore Generale di Anitec-Assinform. Moderato da Giorgio Rutelli, Vicedirettore di Adnkronos, il dibattito si è concentrato sulla futura proposta di Digital Networks Act. Questo provvedimento mira a riformare il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (EECC) per allinearlo alle nuove tecnologie e al contesto competitivo attuale nel settore delle telecomunicazioni e dei servizi digitali.
Opportunità di armonizzazione legislativa
Durante l’incontro, Federico Eichberg ha sottolineato l’importanza del Digital Networks Act come opportunità per gli Stati membri dell’Unione Europea di raggiungere una armonizzazione legislativa. Ha evidenziato come misure adeguate possano incentivare gli investimenti nelle infrastrutture, garantendo tempi e procedure certi per l’assegnazione delle frequenze. Questo approccio permetterebbe agli Stati membri di operare scelte informate basate sulla conoscenza dei rispettivi mercati e di collaborare in modo più efficace con gli operatori del settore.
Crescita del settore digitale in Italia
I dati presentati durante l’evento hanno rivelato che Milano ospita il 38% dei data center italiani, seguita da Roma e Torino. L’adozione del cloud è in costante aumento, con l’84% delle grandi imprese e il 67% delle piccole e medie imprese (PMI) che utilizzano almeno una soluzione cloud. La crescita dell’intelligenza artificiale è altrettanto significativa, registrando un incremento annuo del 30% e un impatto diretto sui ricavi (+27%) e sulla produttività (+64%). Silvia Compagnucci ha affermato che la trasformazione digitale in Italia richiede la creazione di un ecosistema attorno a connettività di alta qualità, cloud e intelligenza artificiale. Tuttavia, ha anche avvertito che è necessario un maggiore impegno nel completamento della copertura in fibra e nello sviluppo del 5G standalone.
Regolazione e sfide future
Un altro tema affrontato è stato l’approccio regolatorio italiano, in particolare la delibera n. 207/25/CONS dell’AGCom, che ha esteso il regime di autorizzazione generale alle Content Delivery Network (CDN). Questa decisione ha suscitato reazioni contrastanti: sebbene le telco abbiano accolto favorevolmente la delibera, i provider cloud e le piattaforme OTT hanno espresso preoccupazioni riguardo agli oneri aggiuntivi e alle possibili implicazioni operative. Uno studio di Plum Consulting, citato durante l’incontro, ha messo in evidenza come il mercato dell’interconnessione IP si sia dimostrato competitivo anche senza interventi ex ante, avvertendo che un eccesso di regolazione potrebbe ostacolare la concorrenza e rallentare la digitalizzazione in Europa.
La discussione ha messo in luce la necessità di trovare un nuovo equilibrio regolatorio, capace di coniugare investimenti, concorrenza e innovazione, attraverso regole flessibili e coerenti tra i vari Stati membri. Silvia Compagnucci ha concluso sottolineando che le reti e il cloud rappresentano non solo infrastrutture tecnologiche, ma anche la base della sovranità economica e industriale dell’Europa. Il Digital Networks Act dovrà quindi fornire un quadro normativo stabile e lungimirante, in grado di sostenere la trasformazione digitale e rafforzare la competitività del sistema europeo. L’evento ha confermato l’importanza del dialogo tra istituzioni, regolatori e imprese nel definire il nuovo quadro normativo europeo, posizionando l’Italia tra i Paesi più attivi in questo dibattito cruciale per il futuro della governance digitale.
