Il rapporto presentato in apertura degli Stati Generali della Green Economy, tenutisi alla Fiera di Rimini il 3 maggio 2025, offre un quadro complesso sulla salute della green economy in Italia. La situazione evidenzia sia progressi significativi che problematiche persistenti. Nel 2024, il paese ha visto una diminuzione limitata delle emissioni di gas serra e un incremento dei consumi energetici, mentre la dipendenza energetica dall’estero e il consumo di suolo rimangono critici. Tuttavia, l’energia rinnovabile ha raggiunto il 49% della produzione elettrica nazionale e l’Italia continua a eccellere nell’economia circolare e nell’agricoltura biologica.
Emissioni e clima
Dal 1990 al 2024, l’Italia ha ridotto le emissioni di gas serra del 28%. Tuttavia, nel solo 2024, il calo è stato di appena 7 milioni di tonnellate, corrispondente a una diminuzione inferiore al 2% rispetto all’anno precedente. Questo è un quarto della riduzione ottenuta nel 2023. Per rispettare l’obiettivo europeo di riduzione del 43% entro il 2030, l’Italia deve abbattere le emissioni di un ulteriore 15% nei prossimi sei anni. Il 2024 si è rivelato l’anno più caldo mai registrato, con oltre 3.600 eventi climatici estremi, un numero quattro volte superiore rispetto al 2018.
Rinnovabili al 49% per la produzione elettrica
Dal 2005 al 2024, l’Italia ha visto una diminuzione del 28% nei consumi energetici per unità di prodotto, un dato inferiore alla media europea del 35%. La dipendenza energetica dall’estero rimane elevata e, per il 2024, si prevede un aumento dei consumi finali di energia di circa l’1,5%, principalmente nei settori degli edifici e dei trasporti, che si confermano i più difficili da decarbonizzare. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha superato i 130 miliardi di kWh, rappresentando il 49% della generazione totale e avvicinandosi all’obiettivo del 70% previsto per il 2030. Tuttavia, le stime per il primo semestre del 2025 indicano un possibile rallentamento del 17% nelle nuove installazioni di eolico e fotovoltaico, a causa della scadenza del superbonus del 110% e delle restrizioni imposte da alcune Regioni.
Economia circolare, l’Italia primeggia in Europa
L’Italia si distingue per le sue performance nel campo dell’economia circolare, utilizzando materiali di cui il 46,6% è importato. Tra i grandi Paesi europei, l’Italia ha registrato un aumento del 32% nella produttività delle risorse dal 2020 al 2024, raggiungendo 4,7 €/kg. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali ha raggiunto il 20,8% nel 2023 e il tasso di riciclo ha raggiunto l’86% per i rifiuti totali e il 75,6% per gli imballaggi. Tuttavia, il mercato delle materie prime seconde, in particolare per la plastica riciclata, sta attraversando una crisi che potrebbe avere effetti negativi sulla raccolta differenziata.
Mobilità, l’e-car non decolla
Il parco auto in Italia ha raggiunto il record di 701 auto ogni 1.000 abitanti nel 2024, superando la media europea di 571. Tuttavia, la produzione di auto è scesa a 310.000 unità, con una quota di mercato marginale del 2,1% in Europa. Anche la produzione di auto elettriche ha subito un calo del 13%, riducendo la sua quota di mercato dal 8,6% al 7,6%. La maggior parte delle auto continua a essere alimentata da benzina e diesel, che rappresentano l’82,5% del parco veicoli, con un’età media di 12,8 anni.
Agricoltura, il biologico cresce
Negli ultimi decenni, l’Italia ha subito danni ingenti all’agricoltura a causa di eventi climatici estremi, ammontando a 135 miliardi di euro dal 1980 al 2023, il valore più alto in Europa. È fondamentale che l’agricoltura italiana partecipi attivamente alla transizione climatica. L’Italia è leader in Europa per il numero di prodotti certificati Dop, Igp e Stg, con 856 nel 2023. L’agricoltura biologica continua a crescere, con una superficie certificata e in conversione che ha raggiunto 2.514.596 ettari nel 2024, segnando un incremento del 2,4% rispetto all’anno precedente e dell’81,2% rispetto al 2014.
Il consumo di suolo non si arresta
Tra il 2022 e il 2023, il consumo di suolo in Italia ha toccato i 64,4 km², pari a 17,6 ettari al giorno, il terzo valore più alto dal 2012. L’impermeabilizzazione del suolo aumenta il deflusso superficiale e riduce la capacità di assorbimento delle piogge, aggravando gli effetti degli eventi climatici estremi. Napoli e Milano registrano i tassi di impermeabilizzazione più elevati, rispettivamente del 34,7% e del 31,8%.
Le città italiane al lavoro per la transizione ecologica
Le città italiane affrontano sfide significative legate alla crisi climatica, con il 90,6% della popolazione urbana esposta a temperature superiori ai 40°C nell’estate del 2024. Grazie a fondi europei e al Pnrr, molte città hanno avviato progetti di mitigazione e adattamento, tra cui impianti per la gestione dei rifiuti, espansione delle piste ciclabili e miglioramento del trasporto pubblico. Con la scadenza dei fondi del Pnrr nel 2026, sarà cruciale sviluppare nuove forme di finanziamento per sostenere queste iniziative vitali.
