Appalti irregolari in Sicilia: richiesta di arresto per l’ex governatore Cuffaro

Marianna Ritini

Novembre 4, 2025

La Procura di Palermo ha richiesto gli arresti domiciliari per il deputato di Noi Moderati, Saverio Romano, e per altre 16 persone, tra cui l’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro. Le accuse mosse nei loro confronti includono associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Questa operazione, che ha suscitato un notevole interesse mediatico, si inserisce in un’inchiesta più ampia riguardante appalti pilotati che coinvolge anche diversi funzionari pubblici.

Il 4 novembre 2025, alle ore 10.03, la notizia è stata resa pubblica, rivelando dettagli significativi riguardo alla complessità del caso. A Cuffaro, in particolare, è stato notificato un decreto di perquisizione, il che suggerisce l’intensificazione delle indagini da parte delle autorità competenti.

Dettagli dell’inchiesta

L’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo si concentra su un sistema di appalti manipolati, con implicazioni che coinvolgono non solo i politici citati, ma anche una rete di funzionari pubblici. La richiesta di arresti domiciliari per Cuffaro e Romano è stata motivata dalla necessità di preservare le prove, in seguito alla notifica di un invito a rendere interrogatorio preventivo. Questo passaggio è stato evidenziato nel comunicato del procuratore Maurizio De Lucia, il quale ha sottolineato l’importanza di evitare la dispersione delle prove.

I carabinieri del ROS hanno già provveduto a notificare a tutti gli indagati l’invito a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari (GIP). A questo punto, sarà il GIP di Palermo a decidere se accogliere la richiesta di arresti domiciliari. Nel caso di Saverio Romano, sarà necessaria anche un’autorizzazione da parte del Parlamento per procedere ulteriormente.

Chi sono gli indagati

Oltre a Salvatore Cuffaro e Saverio Romano, la lista degli indagati include nomi di spicco come Vito Raso, storico segretario di Cuffaro, e Carmelo Pace, deputato regionale della DC. Altri coinvolti sono Roberto Colletti, ex manager di Villa Sofia, e Antonio Abbonato, insieme a Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Mario Caltagirone, Marco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Paolo Emilio Russo, Giovanni Tomasino e Alessandro Vetro.

La complessità delle accuse e il numero significativo di persone coinvolte rendono questo caso uno dei più rilevanti degli ultimi anni in Sicilia, sollevando interrogativi sul funzionamento delle istituzioni e sulla trasparenza nella gestione degli appalti pubblici. Le indagini proseguono, e l’attenzione del pubblico è rivolta agli sviluppi futuri, che potrebbero avere ripercussioni significative sulla scena politica regionale.

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