Vittorio Sgarbi esplora il tema della montagna nell’arte contemporanea

Lorenzo Di Bari

Novembre 3, 2025

Il 3 novembre 2025, il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha presentato il suo nuovo libro intitolato “Il cielo più vicino. La montagna nell’arte”, in arrivo nelle librerie l’11 novembre grazie all’editore La nave di Teseo. L’opera, che si compone di 304 pagine e ha un prezzo di 20 euro, offre una riflessione profonda sull’importanza della montagna nell’arte, un tema che ha affascinato artisti di ogni epoca.

Il viaggio nell’arte attraverso le montagne

Nel libro, Sgarbi si ispira a RenĆ© de Chateaubriand per guidare i lettori in un viaggio unico attraverso la storia dell’arte, esplorando come la natura e, in particolare, la montagna siano state interpretate dai più grandi artisti, dal Trecento fino ai giorni nostri. La narrazione inizia con Giotto, considerato il primo pittore a raffigurare le montagne, e prosegue attraverso opere di artisti come Mantegna, Masolino e Leonardo, che hanno catturato la bellezza e la maestositĆ  delle vette.

Sgarbi non si limita ai nomi più celebri, ma porta alla luce anche opere di artisti meno noti, come Ubaldo Oppi, Afro Basaldella e Tullio Garbari, che hanno saputo esprimere la loro visione della montagna e della natura. La varietà di stili e tecniche, dalle rappresentazioni realistiche di Courbet al simbolismo di Segantini, arricchisce il racconto, mostrando come la montagna sia stata fonte di ispirazione per generazioni di artisti.

La montagna come simbolo di spiritualitĆ 

Nel suo libro, Sgarbi affronta anche il concetto di spiritualitĆ  legato alla montagna. Egli afferma che la montagna rappresenta qualcosa di eterno e che, al contempo, mette in evidenza i limiti e la fragilitĆ  dell’essere umano. L’autore sottolinea come la storia dell’uomo e quella della montagna siano intrecciate, e come l’arte abbia saputo raccontare questa relazione in modo autonomo e profondo.

Attraverso la sua scrittura, Sgarbi invita i lettori a riflettere sul significato della montagna nell’arte e nella vita, suggerendo che essa rappresenta un pensiero assoluto, un tema ricorrente che attraversa i secoli e le opere di artisti di diverse epoche. Concludendo il suo racconto, Sgarbi invita a considerare il potere evocativo delle immagini montane, che continuano a parlare all’anima di chi le osserva.

L’opera di Vittorio Sgarbi si propone quindi non solo come un’analisi artistica, ma anche come un invito a esplorare e riscoprire la bellezza e la spiritualitĆ  delle montagne, un tema che resta attuale e affascinante nel panorama culturale contemporaneo.

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