Anthony Hopkins si apre e dichiara: “È un miracolo essere ancora qui”

Lorenzo Di Bari

Novembre 3, 2025

L’attore gallese Anthony Hopkins, noto per il suo ruolo iconico di Hannibal Lecter, ha condiviso la sua esperienza di vita in un’intervista esclusiva con la BBC, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro, “We Did OK, Kid”, previsto per il 4 novembre 2025. Questo volume, che verrà pubblicato in Italia con il titolo “E’ andata bene, ragazzino” da Longanesi, rappresenta un viaggio profondo e personale nella psiche di un uomo che ha lottato con le proprie insicurezze.

Un viaggio di scoperta personale

A 87 anni, Hopkins riflette sulla vita con una sorprendente meraviglia. “Ogni mattina mi alzo e penso: ‘Ehi, sono ancora qui’. E ancora non me ne capacito”, ha dichiarato. La sua autobiografia si presenta come un racconto sincero delle sue esperienze, dalle difficoltà dell’infanzia fino ai successi professionali. Cresciuto a Port Talbot, nel Galles del Sud, il giovane Tony si sentiva spesso escluso e deriso dai suoi coetanei. “Mi chiamavano ‘testa d’elefante’. Gli insegnanti mi picchiavano, i compagni mi deridevano”, ha rivelato, evidenziando come queste esperienze abbiano alimentato una rabbia interiore che lo ha motivato a dimostrare il suo valore.

La carriera e il consiglio di Katharine Hepburn

La carriera di Hopkins ha preso una piega decisiva quando ha incontrato Katharine Hepburn sul set di “Il leone d’inverno” nel 1968. La Hepburn gli consigliò di “non recitare, ma di dire solo le battute”. Questo semplice ma potente consiglio ha influenzato profondamente il suo approccio alla recitazione, permettendogli di sviluppare uno stile unico e sobrio che ha caratterizzato le sue performance, in particolare quella di Hannibal Lecter.

Il personaggio di Hannibal Lecter

Il ruolo di Lecter in “Il silenzio degli innocenti” ha segnato un punto di svolta nella carriera di Hopkins. “Ho letto poche pagine della sceneggiatura e ho capito subito: questo cambierà la mia vita”, ha affermato. La sua interpretazione è stata caratterizzata da un’intensa calma e una voce sussurrante, elementi che hanno reso il personaggio indimenticabile. “L’ho copiato da Bela Lugosi in Dracula. Una follia improvvisata che il regista Jonathan Demme decise di mantenere”, ha aggiunto.

La lotta contro l’alcol

Negli anni Settanta, Hopkins ha affrontato una battaglia personale contro l’alcolismo. “Ero perso. L’alcol mi aveva reso cattivo”, ha confessato, sottolineando come la sua dipendenza avesse influenzato negativamente le sue relazioni. Un episodio cruciale si è verificato nel 1975, quando, dopo una notte di eccessi, si è ritrovato a guidare in stato di blackout. Questo evento ha segnato un cambiamento radicale nella sua vita, portandolo a cercare aiuto e a smettere di bere.

Riflessioni sul presente e sul futuro

Oltre alle sue esperienze personali, Hopkins ha anche commentato l’attualità, esprimendo preoccupazione per la polarizzazione delle opinioni nella società contemporanea. “Nessuno può più avere un’opinione diversa. È follia pura. È fascismo”, ha affermato. Accanto alla moglie Stella Arroyave, l’attore ha trovato una serenità che lo sorprende, nonostante le difficoltà, come la perdita di beni materiali in incendi che hanno colpito la sua casa a Los Angeles. “Erano solo cose. Ne ricomprerò uno. O magari no”, ha concluso, mostrando un atteggiamento pragmatico verso la vita e le sue sfide.

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