Gaza: scoperti i corpi di tre ostaggi a Khan Younis, Israele accusa Hamas di ritardi strategici

Marianna Ritini

Novembre 2, 2025

Hamas ha annunciato oggi, domenica 2 novembre 2025, il ritrovamento dei corpi di tre ostaggi nella Striscia di Gaza. Le informazioni sono state confermate da fonti interne all’organizzazione islamista e riportate da al Arabiya. I resti sono stati scoperti sul lato israeliano della Linea Gialla, precisamente nella parte orientale di Khan Younis, un’area sotto il controllo delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Le ricerche, che hanno visto la partecipazione della Croce Rossa, si sono concentrate anche nel quartiere di Shejaiya, a est di Gaza City.

Dettagli sul ritrovamento degli ostaggi

Il ritrovamento dei corpi degli ostaggi, avvenuto nella giornata di oggi, ha suscitato un’ampia attenzione mediatica. Le fonti di Hamas hanno specificato che la scoperta è stata effettuata grazie a operazioni di ricerca condotte in collaborazione con squadre della Croce Rossa, sottolineando l’importanza di tali ricerche in un contesto di crescente tensione. La Croce Rossa, nota per il suo impegno umanitario, ha avuto un ruolo cruciale nel supportare le operazioni di recupero, che si sono svolte in un clima di grande difficoltà e pericolo.

Il ritrovamento avviene in un momento in cui la situazione nella Striscia di Gaza è particolarmente complessa, con le IDF che esercitano un controllo significativo sulla regione. Le autorità israeliane, da parte loro, hanno espresso scetticismo riguardo alla veridicità delle affermazioni di Hamas, sostenendo che l’organizzazione potrebbe restituire i corpi con facilità ma sta ritardando deliberatamente il processo.

Le reazioni da Israele

Le dichiarazioni di funzionari israeliani non si sono fatte attendere. Secondo le autorità, Hamas ha la capacità di restituire immediatamente un certo numero di corpi, ma sta utilizzando la situazione per guadagnare tempo e riorganizzarsi. Le affermazioni israeliane evidenziano un quadro di sfiducia nei confronti delle intenzioni di Hamas, che secondo Israele starebbe cercando di trarre vantaggio dalla situazione, sia a livello politico che finanziario.

Le autorità hanno anche sottolineato l’importanza di esaurire il processo di recupero e hanno accennato alla necessità di sanzioni, pur riconoscendo la rilevanza di dare spazio a opportunità diplomatiche, in particolare agli Stati Uniti, affinché possano comprendere la complessità della situazione. Queste dichiarazioni riflettono un clima di crescente tensione e complessità nelle relazioni tra le due parti, in un contesto di conflitto prolungato.

La violenza in Cisgiordania

Parallelamente agli eventi a Gaza, l’agenzia UNRWA ha lanciato un allerta riguardo all’aumento della violenza in Cisgiordania, attribuendo a ottobre 2025 il triste primato di mese più violento dal 2013. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, i coloni israeliani hanno perpetrato attacchi contro gli agricoltori palestinesi, distruggendo circa 3.000 ulivi, un elemento cruciale per l’economia locale.

La Commissione per il muro e gli insediamenti ha documentato un numero allarmante di attacchi da parte dei coloni, con un totale di 141 incidenti registrati da agosto, coincidente con l’inizio della stagione della raccolta delle olive. Gli attacchi non si sono limitati ai coloni, ma anche l’esercito israeliano è stato coinvolto, con 14 operazioni contro agricoltori e piantagioni di ulivi.

La situazione in Cisgiordania ha attirato l’attenzione internazionale, soprattutto dopo l’approvazione da parte del Parlamento israeliano di una proposta per completare l’annessione di territori già occupati, un passo che ha sollevato preoccupazioni anche tra i principali alleati di Israele, come gli Stati Uniti. La violenza e gli attacchi contro i palestinesi hanno messo in luce una crisi umanitaria che continua a deteriorarsi, con un impatto devastante sulle comunità locali.

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