Nella mattina del 1° novembre 2025, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Trento hanno rintracciato i presunti responsabili di una rapina avvenuta l’8 ottobre nella villa dell’imprenditore trentino Eugenio Gallizioli. Gli indagati, accusati di aver tenuto in ostaggio l’uomo di 72 anni per oltre quattro ore, sono stati arrestati a seguito di un’attività investigativa condotta dalla Procura della Repubblica di Trento.
Dettagli della rapina
Durante l’incursione notturna, i banditi hanno sorpreso Gallizioli mentre dormiva, immobilizzandolo nel letto e minacciandolo con una pistola e un coltello. L’obiettivo era ottenere informazioni su eventuali beni di valore presenti nella villa. La rapina ha fruttato ai malviventi una somma di denaro superiore ai 300.000 euro, insieme a gioielli e altri oggetti preziosi. La violenza e la brutalità con cui è stata perpetrata l’azione hanno destato particolare preoccupazione nella comunità locale.
Indagini e arresti
Le indagini hanno preso avvio immediatamente dopo il colpo, con i carabinieri che hanno esaminato le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e dei sistemi di lettura targhe attivi in città . Questo lavoro ha portato all’individuazione dell’auto utilizzata dai rapinatori per fuggire. Dopo aver abbandonato un veicolo rubato nel parcheggio del Dipartimento di Ingegneria a Povo, i malviventi sono stati seguiti fino a un appartamento in via Felice e Gregorio Fontana, dove si erano rifugiati.
La cattura dei tre sospetti è avvenuta in momenti diversi: uno di loro è stato arrestato in un hotel sul Garda veronese, mentre stava trascorrendo un weekend con la famiglia. Un altro è stato trovato nell’abitazione della compagna in provincia di Milano, e il terzo a casa sua a Trento. Un quarto individuo, ritenuto parte della banda, è stato denunciato.
Collegamenti con il luogo del crimine
Un particolare inquietante emerso dalle indagini è che uno degli arrestati lavorava in un cantiere a pochi chilometri dalla villa di Gallizioli. Nella notte della rapina, gli indagati avevano anche effettuato un furto di una smerigliatrice nel cantiere, strumento con cui hanno poi aperto la cassaforte dell’imprenditore. Questo collegamento ha sollevato interrogativi sulla preparazione e la pianificazione del colpo, evidenziando un possibile coinvolgimento di persone che conoscevano bene la vittima e la sua residenza.
Le autorità continuano a lavorare per raccogliere ulteriori prove e chiarire il ruolo di ciascun individuo coinvolto, mentre la comunità rimane in attesa di sviluppi in un caso che ha scosso profondamente la tranquillità del territorio trentino.
