La prossima settimana, il 6 novembre 2025, il Senato italiano avvierà l’iter di esame della manovra economica per il 2026, un provvedimento che si presenta con un budget praticamente invariato. Le modifiche che potrebbero essere apportate dovranno essere finanziate attraverso riduzioni equivalenti, come ribadito dal governo e dalla maggioranza. Tuttavia, l’opposizione ha già messo nel mirino un fondo triennale di 100 milioni di euro, che potrebbe servire per proporre misure a beneficio dei cittadini. Il senatore Daniele Manca, capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio, ha dichiarato all’Adnkronos che il governo sta trascurando le esigenze delle famiglie e delle imprese.
Audizioni davanti alle commissioni bilancio
Il 6 novembre 2025 segnerà l’inizio delle audizioni presso le commissioni Bilancio riunite. Le associazioni e il terzo settore apriranno il ciclo di audizioni, seguiti dai sindacati e da Confindustria il giorno successivo. Mercoledì sarà la volta delle banche e delle associazioni degli enti locali, mentre giovedì si svolgeranno le audizioni di Istat, Cnel, Banca d’Italia e Corte dei Conti, concludendo con l’intervento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Queste audizioni serviranno a raccogliere osservazioni e proposte da parte delle varie parti interessate, in vista di possibili emendamenti al disegno di legge, sempre che vengano trovate coperture adeguate che non compromettano i saldi.
Il nodo degli affitti
Un tema cruciale nell’agenda è il contestato aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, che potrebbe passare dal 21% al 26%. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha definito questa questione come “una tempesta in un bicchiere d’acqua”, pur affermando che il Parlamento ha il diritto di apportare modifiche se trova le necessarie coperture. Questo dibattito evidenzia le tensioni tra le esigenze fiscali e le pressioni del mercato immobiliare.
Aliquota irpef
Un’altra proposta in discussione riguarda l’innalzamento della soglia di reddito per beneficiare del taglio dell’aliquota centrale Irpef, da 50.000 a 60.000 euro. Tuttavia, un esponente della Lega ha espresso scetticismo sulla fattibilità di questa modifica, considerando le attuali limitazioni di bilancio. Il governo sembra quindi orientato a mantenere l’attuale soglia, a meno che non si trovino risorse aggiuntive.
Le pensioni e il piano transizione 5.0
Sul fronte delle pensioni, si segnala l’assenza di misure come Opzione donna e Quota 103 nel disegno di legge del governo. Tuttavia, si prevede un consenso bipartisan su miglioramenti al Piano Transizione 5.0, volto a facilitare l’accesso delle imprese a investimenti in tecnologie green. Alcuni provvedimenti, come quelli riguardanti le criptovalute, sono stati stralciati e saranno oggetto di autonomi disegni di legge.
L’iter della manovra economica per il 2026 si preannuncia complesso e ricco di discussioni, con diversi attori coinvolti nel tentativo di trovare un equilibrio tra esigenze fiscali e necessità sociali.
