Daspo per Hannoun a Milano, il manifestante pro Pal annuncia: “Farò ricorso”

Marianna Ritini

Novembre 1, 2025

Il 1° novembre 2025, durante il corteo pro Palestina tenutosi a Milano, Mohammed Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia, ha annunciato la sua intenzione di impugnare il provvedimento di allontanamento emesso nei suoi confronti dal questore della città, Bruno Megale, il 25 ottobre. Hannoun ha dichiarato: “Farò ricorso contro il foglio di via. I miei legali sono già al lavoro”. Questo provvedimento, secondo il presidente dell’associazione, rappresenta una forma di pressione da parte del governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, nei confronti di chi ha manifestato costantemente contro la lobby sionista e la narrativa di un governo definito nazifascista.

Il contesto del provvedimento

Il foglio di via emesso nei confronti di Mohammed Hannoun ha suscitato un ampio dibattito riguardo alla libertà di espressione e al diritto di manifestare. Hannoun ha sottolineato che questa misura non è rivolta a lui come individuo, ma piuttosto al movimento di protesta che ha avuto luogo a Milano negli ultimi due anni. “Questa ammonizione è un attacco al corteo che non si è mai fermato”, ha affermato, evidenziando come la sua associazione continui a lottare per i diritti del popolo palestinese. La decisione del questore ha sollevato interrogativi sulla legittimità delle azioni del governo e sull’impatto che queste possono avere sulla comunità palestinese in Italia.

Le accuse di finanziamento di Hamas

Hannoun ha affrontato anche le accuse di essere un finanziatore di Hamas, definendole “una frottola gigante”. Ha ricordato di essere stato oggetto di simili accuse in passato, tra il 2002 e il 2009, quando un giudice del tribunale di Genova lo aveva scagionato, affermando che i suoi progetti umanitari erano un onore per l’Italia. “Tutto quello che faccio sono progetti umanitari, non ho mai finanziato alcuna attività militare o terroristica”, ha ribadito. La sua posizione è chiara: continuare a sostenere iniziative per il bene della Palestina, mantenendo sempre la massima trasparenza.

Il diritto di manifestare e la lotta per i diritti umani

Mohammed Hannoun ha dichiarato di vivere in Italia da 42 anni e di essere un cittadino attivo, un architetto che lavora e contribuisce alla società. “Rispetto il diritto italiano e le sue leggi. Continuerò a farlo, ma non posso rinunciare ai miei diritti e a quelli del mio popolo”, ha affermato, richiamando l’attenzione sui diritti umani sanciti dalle Nazioni Unite. La sua determinazione a non cedere di fronte a provvedimenti che considera ingiusti è evidente e riflette una lotta più ampia per la giustizia e l’uguaglianza.

La situazione di Hannoun e il contesto in cui si sviluppano queste manifestazioni pongono interrogativi importanti sulla libertà di espressione in Italia e sull’accettazione delle diverse voci all’interno della società.

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