Il 31 ottobre 2025, il dibattito sulla **riforma** della **giustizia** in **Italia** si intensifica, con il **ministro** della **Giustizia**, **Carlo Nordio**, che esprime la sua posizione dopo il via libera definitivo alla **riforma** **costituzionale**. L’approvazione ha innescato una serie di reazioni da parte delle **associazioni** di **magistrati** e **avvocati**, mentre si avvicina la **consultazione** **referendaria** prevista tra marzo e aprile.
Le dichiarazioni del ministro Nordio
Carlo Nordio, al termine della seduta del **Senato**, ha esortato a non politicizzare la **consultazione** **referendaria**, sottolineando che non deve diventare un test per il **governo**. Il **ministro** ha accolto con favore il dibattito tecnico sulla **riforma**, ma ha avvertito che un coinvolgimento delle **forze politiche** potrebbe compromettere la **credibilità ** della **magistratura**. **Nordio** ha chiarito che la **riforma** non rappresenta un attacco alla **Costituzione**, né una misura punitiva nei confronti dei **magistrati**, ma piuttosto una necessità di riorganizzazione del **sistema giudiziario**.
Il **Guardasigilli** ha anche evidenziato che la mancanza di dialogo con l’**Associazione** nazionale **magistrati** (**Anm**) è stata causata da uno sciopero indetto prima di un confronto costruttivo. **Nordio** ha manifestato la sua disponibilità a un confronto diretto con i rappresentanti dell’**Anm**, auspicando che si possa trovare un terreno comune durante le fasi attuative della **riforma**.
Le reazioni delle associazioni di magistrati
L’**Anm** ha subito colto l’occasione per ribadire la propria opposizione alla **riforma**, affermando che essa compromette l’equilibrio dei **poteri** stabilito dai **costituenti** e minaccia il principio di **uguaglianza** dei **cittadini** di fronte alla **legge**. Secondo l’**associazione**, questa **riforma** non migliorerà l’efficienza della **giustizia**, ma la renderà più vulnerabile all’influenza esterna. L’**Anm** ha anche evidenziato che non ci saranno aumenti significativi nel numero dei **magistrati**, che rimane uno dei più bassi in **Europa**, e ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto economico della **riforma**, che potrebbe comportare un incremento dei **costi** per il **sistema giudiziario**.
La campagna referendaria e le iniziative delle Camere Penali
In risposta alla **riforma**, è stato istituito il **Comitato** ‘Giusto dire No’, che si prepara a lanciare una **campagna** informativa per sensibilizzare i **cittadini** sulle ragioni dell’opposizione alla **riforma**. Questo **comitato** si propone di illustrare come le modifiche proposte non porteranno a un miglioramento del **sistema giudiziario** e di riaffermare l’importanza dell’indipendenza della **magistratura** come valore fondamentale della **Repubblica**.
Dall’altro lato, l’**Unione** delle **Camere Penali** (**Ucpi**), guidata da **Francesco Petrelli**, ha accolto favorevolmente la **riforma**, considerandola un passo necessario per garantire una **giustizia** imparziale. **Petrelli** ha sottolineato l’importanza del **referendum** popolare, definendolo un momento cruciale per la partecipazione civile, dove il **popolo** **italiano** avrà l’opportunità di esprimere il proprio parere sulla **riforma**.
Le posizioni contrastanti delle **associazioni** di **magistrati** e **avvocati** evidenziano la polarizzazione del dibattito sulla **giustizia** in **Italia**, mentre si avvicina il momento della **consultazione** **referendaria**. La **riforma**, che ha già suscitato ampie discussioni, continuerà a essere al centro dell’attenzione politica e sociale nei prossimi mesi.
 
 