Achille Costacurta, figlio dell’ex calciatore Billy Costacurta e dell’attrice Martina Colombari, è stato protagonista di un episodio del podcast “One More Time”, condotto da Luca Casadei. La puntata, disponibile a partire da venerdì 31 ottobre 2025, affronta la vita del 21enne, segnata da esperienze difficili e un percorso di riscatto. Achille ha condiviso la sua storia di adolescenza tormentata, caratterizzata da problemi legati alla salute mentale, uso di sostanze e difficoltà relazionali con i genitori.
Nell’incontro con Luca Casadei, Achille ha raccontato il suo viaggio verso la consapevolezza, enfatizzando il desiderio di allontanarsi dalla vita frenetica di Milano. Il giovane ha aperto il suo cuore, parlando di momenti critici e di come sia riuscito a riprendere le redini della sua esistenza. La puntata è accessibile in formato audio su OnePodcast e su tutte le piattaforme di streaming, mentre la versione video sarà disponibile su Spotify e YouTube a partire da martedì 4 novembre.
Diagnosi di adhd a maggio 2025
Achille ha rivelato dettagli sulla sua diagnosi di ADHD, avvenuta a maggio 2025. Ha spiegato che durante la terza media non fu ammesso all’esame a causa del suo comportamento e che al liceo fu espulso dopo soli tre mesi. La diagnosi arrivò solo dopo un periodo di trattamento in una clinica in Svizzera, dove i medici capirono la sua condizione senza necessità di test formali. “La mia mente non produce abbastanza dopamina“, ha spiegato Achille, sottolineando come il farmaco Ritalin abbia cambiato radicalmente la sua vita, permettendogli di concentrarsi e di svolgere attività che prima gli risultavano impossibili. Ha evidenziato l’importanza del supporto genitoriale, che ha visto un cambiamento significativo dopo che i suoi genitori hanno partecipato a corsi di formazione sull’ADHD.
Esperienze con droga e tso
Riguardo alle sue esperienze con le sostanze, Achille ha raccontato di aver iniziato a fumare all’età di 13 anni e di aver provato la mescalina per il suo diciottesimo compleanno. Ha descritto un episodio di violenza con la polizia che lo portò al primo trattamento sanitario obbligatorio (TSO), un’esperienza che ha vissuto in modo traumatizzante. “A Milano mi hanno legato al letto per tre giorni”, ha detto, raccontando della sua lotta contro la dipendenza. La clinica svizzera, a suo avviso, ha avuto un ruolo cruciale nel suo cambiamento, offrendogli un approccio diverso che lo ha aiutato a smettere di drogarsi.
Il tentato suicidio
Achille ha anche parlato del suo tentativo di suicidio avvenuto durante la quarantena. Arrestato all’età di 15 anni, si trovava in un centro penale dove, in un momento di disperazione, tentò di togliersi la vita ingerendo un’elevata quantità di metadone. La sua sopravvivenza, nonostante la gravità della situazione, è stata un mistero per i medici. Questo evento ha segnato un punto di svolta nella sua vita, portandolo a riflettere profondamente sulle sue scelte.
Il rapporto con i genitori
Achille ha condiviso il dolore che ha causato ai suoi genitori, descrivendo momenti di grande sofferenza, in particolare per sua madre, che ha pianto a lungo per la sua situazione. Ha ricordato un episodio in cui vide suo padre piangere per la prima volta, un momento che colpì profondamente il giovane. Il giorno della sua uscita dalla clinica, Achille ha descritto la gioia di rivedere il padre, sottolineando il simbolismo di un doppio arcobaleno che apparve in quel momento.
I sogni e il futuro
Oggi, Achille si sente orgoglioso del suo percorso e della consapevolezza raggiunta. Ha imparato a trasformare i suoi traumi in motivazione per aiutare gli altri, in particolare i ragazzi con sindrome di Down. Il suo sogno è quello di creare centri di accoglienza e ippoterapia, dove i giovani possano trovare supporto. “Voglio dare loro la possibilità di vivere esperienze positive”, ha affermato, evidenziando l’importanza di un ambiente sicuro e accogliente per tutti.
