Dopo i recenti sviluppi nel campo della tecnologia militare, gli Stati Uniti stanno per tornare a testare le proprie armi nucleari. Questo annuncio è stato fatto dal presidente americano Donald Trump, che ha deciso di riprendere i test in risposta alle attività di Mosca, inclusi i lanci di un drone sottomarino e un missile nucleare. La situazione si complica ulteriormente con il contesto internazionale attuale, in particolare con la Cina.
Il contesto dei test russi
Il 15 aprile 2025, la Russia ha effettuato una serie di test di armamenti nucleari, tra cui il lancio del drone sottomarino nucleare Poseidon, dotato di un reattore atomico e capacità di trasportare testate nucleari. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che il reattore del Poseidon è “100 volte più piccolo” rispetto a quelli tradizionali impiegati nei sottomarini convenzionali. Questo test è stato preceduto da un altro significativo, il lancio del missile da crociera Burevestnik, capace di percorrere circa 14.000 chilometri. Questi eventi hanno sollevato preoccupazioni a livello internazionale, con Trump che ha definito tali test come “inappropriati”, specialmente mentre si cerca di spingere il Cremlino verso negoziati per risolvere il conflitto in Ucraina.
La moratoria americana
Dal 1992, gli Stati Uniti hanno messo in pausa i test “esplosivi” di armi nucleari. Tuttavia, continuano a testare sistemi di lancio, compresi i missili balistici intercontinentali, utilizzando armi simulate. Durante un volo di ritorno dalla Corea del Sud, Trump ha dichiarato che, nonostante gli Stati Uniti non stiano effettuando test, la situazione attuale giustificherebbe una ripresa. Ha promesso che ci saranno annunci futuri riguardo a questa decisione, ma non ha specificato se si tratterà di test di detonazioni nucleari o di sistemi a propulsione nucleare.
La dimensione cinese
L’annuncio di Trump è giunto in un momento cruciale, proprio prima di un incontro con il presidente cinese Xi Jinping. Nonostante ciò, le discussioni sulle armi nucleari non sembrano essere state affrontate. La Cina, che possiede un arsenale nucleare inferiore rispetto a Stati Uniti e Russia, sta incrementando rapidamente le proprie capacità . Secondo l’intelligence americana, l’ultimo test nucleare cinese risale al 1996, ma Pechino continua a lavorare su missili con capacità nucleare, inclusi quelli ipersonici. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha esortato gli Stati Uniti a rispettare gli impegni del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari.
Il contesto storico e strategico
Questa situazione si colloca all’interno di un quadro più ampio di deterioramento degli accordi di controllo degli armamenti. Il Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty (CTBT), aperto alla firma nel settembre 1996, proibisce qualsiasi esplosione di test di armi nucleari. Nonostante sia stato firmato da 187 nazioni e ratificato da 178, non può entrare in vigore fino a quando non sarà ratificato da 44 paesi specifici, tra cui Stati Uniti e Russia. Sebbene la Russia avesse ratificato il CTBT nel 2000, ha ritirato la propria ratifica nel 2023, mantenendo comunque gli obblighi come stato firmatario.
Un rapporto dell’Institut français des relations internationales (Ifri) pubblicato nell’aprile 2025 evidenzia come, ad eccezione della Corea del Nord, nessuno stato abbia condotto test nucleari esplosivi nel XXI secolo, evidenziando una crescente norma internazionale contro tali test. Il sistema di monitoraggio internazionale del CTBT rende praticamente impossibile nascondere i test, grazie a centinaia di stazioni in tutto il mondo.
Nel 2019, gli Stati Uniti si sono ritirati dal Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (INF) con la Russia, accusando Mosca di violazioni. Trump ha sostenuto che il trattato fosse problematico poiché non includeva la Cina. Robert C. O’Brien, ex consigliere per la sicurezza nazionale, aveva pubblicamente incoraggiato nel giugno 2024 la ripresa dei test nucleari, sostenendo che fosse necessario garantire l’affidabilità delle armi nucleari nel mondo attuale.
