Il 29 ottobre 2025 segna una data importante per la comunità dei pazienti affetti da psoriasi in Italia, con eventi e attività che mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a questa patologia cronica. Ucb, azienda farmaceutica attivamente coinvolta nel supporto ai pazienti, ha rinnovato il proprio impegno per migliorare la qualità della vita di circa 1,8 milioni di persone nel Paese, di cui 150mila con forme gravi di psoriasi. La Giornata mondiale della psoriasi rappresenta un’opportunità per riflettere sull’impatto significativo che questa malattia ha sulla vita quotidiana e sul benessere psicologico degli individui.
Il peso della psoriasi sulla vita quotidiana
La psoriasi è una condizione complessa che non si limita a manifestazioni cutanee, ma che influisce profondamente sulla salute generale e sulle relazioni interpersonali. In Italia, il numero di persone colpite da questa malattia è considerevole, e le sue conseguenze si estendono oltre i sintomi fisici. Infatti, i pazienti spesso affrontano difficoltà legate a comorbidità come l’artrite psoriasica e disturbi metabolici e cardiovascolari. L’ansia e la depressione sono altre problematiche frequentemente associate, evidenziando l’importanza di un approccio integrato alla salute del paziente.
In occasione della Giornata mondiale della psoriasi, Ucb ha sottolineato l’importanza di riconoscere la natura cronica della malattia e ha ribadito la necessità di garantire l’accesso equo alle cure su tutto il territorio nazionale. L’azienda ha comunicato il proprio sostegno alla conferenza stampa organizzata da Apiafco presso la Camera dei deputati, un evento che ha avuto come obiettivo principale quello di sensibilizzare le istituzioni riguardo alle esigenze dei pazienti.
Collaborazione e advocacy per il miglioramento della qualità della vita
Ucb ha evidenziato come la collaborazione con le associazioni di pazienti rappresenti un elemento fondamentale nella costruzione di progetti di advocacy e sensibilizzazione. Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Italia, ha dichiarato che l’azienda si impegna a non limitarsi allo sviluppo di terapie innovative, ma a creare un dialogo costruttivo tra pazienti, medici e istituzioni. La comunicazione e l’informazione sono strumenti chiave per ridurre lo stigma associato alla psoriasi, contribuendo a un cambiamento culturale necessario per migliorare la vita delle persone colpite.
Tra le iniziative più significative promosse da Ucb c’è la campagna “Metti la psoriasi fuorigioco“, realizzata in collaborazione con diverse associazioni di pazienti e società scientifiche. Quest’iniziativa, sostenuta per il terzo anno consecutivo dall’ex calciatore Claudio Marchisio, mira a educare i pazienti sulla loro condizione e a incoraggiarli a cercare tempestivamente assistenza specialistica. Negli ultimi tre anni, la campagna ha raggiunto risultati notevoli: il sito ufficiale ha registrato oltre 558mila utenti unici e quasi 1 milione di visualizzazioni. Inoltre, i contenuti video pubblicati su YouTube hanno ottenuto più di 700mila visualizzazioni, evidenziando l’efficacia della campagna nel promuovere una maggiore consapevolezza sulla psoriasi.
Un approccio multidisciplinare per affrontare la psoriasi
La forza della campagna “Metti la psoriasi fuorigioco” risiede nella sua capacità di unire diverse professionalità , tra cui dermatologi, psicologi, nutrizionisti e influencer, per fornire un supporto completo ai pazienti. Questa rete di collaborazioni ha permesso di raggiungere un pubblico variegato, promuovendo una visione più positiva e informata della malattia. Attraverso la condivisione di esperienze e informazioni, è stato possibile ridurre il peso dello stigma e della disinformazione, che rappresentano ostacoli significativi alla diagnosi precoce e alla gestione corretta della psoriasi.
L’attenzione crescente verso la psoriasi e le sue implicazioni sociali e sanitarie è un passo importante verso un futuro in cui le persone affette da questa condizione possano vivere una vita più serena e soddisfacente, libere dai pregiudizi e dalle limitazioni imposte dalla malattia.
