Il 13 novembre 2015, Parigi fu teatro di un attacco terroristico che portò alla morte di 130 persone e lasciò 416 feriti. Questo tragico evento ha segnato profondamente la memoria collettiva della capitale francese e ha generato un dibattito acceso riguardo alla rappresentazione di tali eventi in ambito mediatico. A distanza di quasi un decennio, la miniserie “Des Vivants“, diretta dal premio Oscar Jean-Xavier de Lestrade, ha sollevato nuove polemiche per la scelta di girare alcune scene all’interno del Bataclan, il locale colpito durante l’attacco.
L’attacco del 13 novembre 2015
Il 13 novembre 2015, tre uomini armati, legati allo Stato islamico, fecero irruzione nel Bataclan durante un concerto della band Eagles of Death Metal. Gli assalitori aprirono il fuoco sulla folla di circa 1.500 spettatori e presero in ostaggio 11 persone su una balconata. Quella notte, il Bataclan divenne il simbolo di una tragedia che avrebbe lasciato segni indelebili. Sette sopravvissuti a quell’orribile esperienza si sono ritrovati regolarmente da allora, formando un gruppo chiamato “les potages“, unione di “pote” (amico) e “otages” (ostaggi). Le loro storie sono ora al centro della narrazione di “Des Vivants“, un docu-drama che intende ricostruire le loro esperienze attraverso la recitazione.
Le reazioni dei sopravvissuti e delle famiglie
Arthur Dénouveaux, presidente dell’associazione Life for Paris, ha espresso il suo disappunto per le riprese effettuate nel Bataclan, definendo la scelta “indecente“. Secondo Dénouveaux, filmare in un luogo così carico di significato per le vittime e i loro familiari confonde i confini tra realtà e finzione. Ha sottolineato che molte persone trovano offensivo ricreare la scena della tragedia nei luoghi in cui hanno subito perdite. D’altro canto, il regista Jean-Xavier de Lestrade ha difeso la sua decisione, affermando che i sopravvissuti desideravano che la loro storia fosse raccontata esattamente nel luogo in cui si è svolta la tragedia. De Lestrade ha dichiarato che non avrebbe avuto senso girare altrove, poiché la serie si basa su esperienze reali.
Il regista ha anche rivelato che inizialmente non era riuscito a ottenere il permesso per le riprese all’interno del Bataclan, ma che la direzione del locale ha acconsentito dopo aver ricevuto una lettera da parte degli ostaggi. Dénouveaux, che si trovava nel Bataclan quella notte e ha aiutato alcuni membri della band a mettersi in salvo, ha affermato di non voler vedere la serie, ritenendo che fosse un’operazione commerciale piuttosto che un tributo alle vittime.
Le opinioni divergenti delle famiglie
Philippe Duperron, presidente dell’associazione delle vittime 13onze15, ha evidenziato che le opinioni tra le famiglie delle vittime sono contrastanti. Duperron ha incontrato de Lestrade e ha riconosciuto il valore del suo lavoro. Ha osservato che, sebbene alcune vittime siano contrariate dalla scelta di girare nel Bataclan, altre avrebbero potuto reagire negativamente se le riprese fossero state effettuate in un altro luogo. “Il fatto che sia girato lì non mi dà particolare dolore o piacere”, ha detto Duperron, evidenziando la complessità emotiva di una situazione già di per sé difficile. La vita continua, nonostante il dolore e le cicatrici che rimangono.
