Mentre la tensione internazionale continua a crescere, la capitale russa, Mosca, annuncia nuovi successi sul campo di battaglia in Ucraina. Il generale Valery Gerasimov ha dichiarato la conquista di territori strategici, mentre il presidente americano Donald Trump si prepara a un incontro cruciale con il leader cinese Xi Jinping, previsto per giovedì 15 maggio 2025, in Asia. Questo incontro ha come obiettivo la ricerca di una soluzione al conflitto in corso.
L’assenza di un incontro immediato tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin è evidente, soprattutto dopo i fallimentari colloqui avvenuti in Alaska. La situazione al fronte è caratterizzata da notizie contrastanti: mentre Mosca rivendica la conquista di nuovi territori, Kiev smentisce la notizia di oltre 5.000 soldati ucraini accerchiati a Kupiansk. Nel frattempo, Trump sta cercando di fermare l’importazione di petrolio e gas russi e ha bloccato la vendita di missili Tomahawk. In risposta, la Russia ha testato il missile nucleare Burevestnik, capace di raggiungere distanze fino a 20.000 chilometri.
Il viaggio di Trump in Asia
Durante la sua visita in Asia, Donald Trump si prepara a discutere con Xi Jinping non solo di questioni commerciali, ma anche di geopolitica. Il presidente americano chiederà a Xi di intercedere con Mosca per favorire la fine delle ostilità in Ucraina. Questo incontro arriva dopo un accordo preliminare che prevede l’annullamento dei dazi del 100% a partire dal 16 maggio e la riapertura delle vendite di terre rare, fondamentali per l’industria tecnologica statunitense. Tuttavia, il contesto geopolitico è complesso. Nonostante le sanzioni statunitensi contro i giganti russi del petrolio come Rosneft e Lukoil, la Cina potrebbe comunque continuare a rifornirsi di greggio attraverso canali alternativi.
Sergei Radchenko, storico dell’Henry Kissinger Center for Global Affairs, ha sottolineato che la Cina non ha interesse a vedere la Russia soccombere nel conflitto ucraino. Al contrario, il conflitto attuale giova a Pechino, poiché la Russia diventa sempre più dipendente dalla Cina per tecnologie e risorse necessarie alla sua economia. Radchenko ha aggiunto che il Cremlino è consapevole che la Cina seguirà i propri interessi, indipendentemente dalle dichiarazioni pubbliche di Xi Jinping.
I successi russi al fronte
Il Ministero della Difesa russo ha recentemente annunciato la liberazione di diversi villaggi, tra cui Yegorovka nella regione di Dnipropetrovsk e Novonikolayevka e Privolnoye nella regione di Zaporizhzhia. Le forze russe hanno affermato di aver preso il controllo di insediamenti strategici, avanzando nelle difese nemiche. Anche nel Donetsk, le notizie sono positive per Mosca, con l’esercito russo che sta espandendo la propria posizione difensiva.
Il generale Gerasimov ha comunicato a Putin che le forze russe hanno completato l’accerchiamento di circa 5.500 soldati ucraini, portando a un incremento della pressione sul fronte. Queste affermazioni sono parte di una strategia russa per dimostrare la propria forza e influenzare le dinamiche del conflitto.
Il test del missile Burevestnik
Nel contesto di queste tensioni, la Russia ha effettuato un test del missile nucleare Burevestnik, che ha volato per circa 14.000 chilometri, dimostrando la capacità di coprire distanze superiori ai 20.000 chilometri. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che questo test non dovrebbe compromettere ulteriormente i già fragili rapporti tra Mosca e Washington. Peskov ha affermato che le relazioni tra i due paesi sono già in uno stato di crisi e che ci sono segnali timidi di apertura al dialogo.
La Russia, attraverso queste dimostrazioni di forza, mira a ridurre il sostegno occidentale a Kiev, soprattutto dopo la decisione di Trump di non inviare missili Tomahawk all’Ucraina. La situazione rimane tesa e complessa, con molteplici attori coinvolti e interessi in gioco che potrebbero influenzare il futuro del conflitto in Ucraina.
