Al Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia, tenutosi il 28 ottobre 2025, Simona Sacco, professoressa ordinaria di Neurologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila e presidente della European Stroke Organization (ESO), ha presentato importanti aggiornamenti riguardanti la gestione dell’ictus. Durante il suo intervento, Sacco ha sottolineato l’importanza di collaborare con le istituzioni per il lancio dello “Stroke Action Plan for Italy“, un’iniziativa mirata a migliorare la risposta sanitaria all’ictus nel paese.
Nuove terapie e progressi nella gestione dell’ictus
Sacco ha messo in evidenza i progressi significativi nel trattamento dell’ictus acuto, evidenziando l’introduzione del tenecteplase, un farmaco innovativo che semplifica notevolmente la somministrazione rispetto ai trattamenti tradizionali. Questo nuovo approccio terapeutico, come dimostrano i risultati di studi clinici, non solo migliora la ricanalizzazione dei vasi occlusi, ma riduce anche il rischio di sanguinamento, rappresentando un’opzione terapeutica di grande valore per i pazienti.
Durante il congresso, Sacco ha affermato: “Il campo dell’ictus è estremamente vasto. Oggi disponiamo di strategie sempre più efficaci per riaprire i vasi occlusi”. La professoressa ha evidenziato come questi progressi possano avere un impatto positivo sulla vita dei pazienti, migliorando le possibilità di recupero e riducendo le complicazioni associate all’ictus.
Innovazioni nel neuroimaging e nella prevenzione secondaria
Un altro aspetto cruciale discusso da Sacco riguarda le innovazioni nel campo del neuroimaging. Con l’avvento di software avanzati, oggi è possibile estendere la finestra terapeutica, consentendo a pazienti che in precedenza non avrebbero potuto accedere alle terapie di ricanalizzazione di ricevere un trattamento efficace. “Questo significa poter offrire un trattamento efficace a un numero più ampio di persone”, ha dichiarato Sacco, sottolineando l’importanza di queste tecnologie per migliorare i risultati clinici.
In aggiunta, la professoressa ha fatto riferimento agli sviluppi nella prevenzione secondaria, che mira a ridurre il rischio di un secondo evento nei pazienti che hanno già subito un ictus. Attualmente, sono in fase di completamento trial clinici su nuovi farmaci che agiscono sulla coagulazione e sull’aggregazione piastrinica. Sacco ha affermato che, se i risultati saranno positivi, si potranno avere nuove opzioni terapeutiche di grande rilevanza.
Collaborazione tra istituzioni e comunità scientifica
Nonostante i progressi, Sacco ha avvertito che le sfide rimangono significative, poiché l’ictus continua a essere una delle principali cause di disabilità e mortalità a livello globale. Tuttavia, ha sottolineato che l’ictus è una condizione che può essere prevenuta e trattata, e che esistono già strategie efficaci per farlo. “L’impegno deve essere massimo, sia da parte delle società scientifiche e dei ricercatori, sia da parte delle istituzioni e dei decisori sanitari“, ha affermato.
La presidente dell’ESO ha concluso il suo intervento evidenziando l’importanza di implementare in modo efficace tutte le strategie già conosciute, dalla fase pre-ospedaliera alla gestione acuta, fino alla riabilitazione e alla prevenzione secondaria. Il “Stroke Action Plan for Italy” rappresenta un passo fondamentale in questo processo, richiedendo un impegno concreto da parte delle istituzioni per applicare e monitorare le misure necessarie a ridurre l’impatto dell’ictus nel paese.
