Il 28 ottobre 2025, il Senato italiano si prepara a discutere il disegno di legge costituzionale riguardante la riforma della giustizia, un tema cruciale che ha attirato l’attenzione di politici e cittadini. Questa riforma, che ha come obiettivo principale la separazione delle carriere tra i magistrati requirenti e quelli giudicanti, rappresenta un passo significativo nel tentativo di rinnovare il sistema giudiziario del paese. Il voto finale è previsto per giovedì mattina, e se non dovesse ottenere la maggioranza assoluta, si procederà con un referendum confermativo.
Il percorso legislativo della riforma
Il disegno di legge, noto come Ddl n. 1353-B, è già stato approvato dalla Camera dei Deputati e ha ricevuto il via libera in prima deliberazione dal Senato. In seguito, è stato approvato senza modifiche nella seconda deliberazione dalla Camera dei Deputati. Questo iter legislativo ha evidenziato l’importanza di un consenso trasversale, poiché il testo finale deve essere approvato con una maggioranza assoluta dei membri del Senato. Se il voto non dovesse raggiungere questo obiettivo, il passo successivo sarà un referendum, previsto per la primavera del 2026, che coinvolgerà direttamente i cittadini.
Il disegno di legge si concentra sulla necessità di riformare il Consiglio superiore della magistratura (Csm), prevedendo la creazione di due organi distinti per l’autogoverno dei magistrati: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Entrambi gli organi saranno presieduti dal presidente della Repubblica e includeranno figure di spicco come il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Corte di Cassazione.
I dettagli della riforma
La riforma proposta si distingue per la sua struttura innovativa, che prevede un sistema di sorteggio per la selezione dei membri di ciascun Consiglio. Un terzo dei componenti sarà scelto tra professori di diritto e avvocati con un’esperienza di almeno quindici anni, mentre i restanti membri saranno selezionati tra i magistrati. Questa metodologia di selezione mira a garantire una rappresentanza equilibrata e a ridurre il rischio di conflitti di interesse tra le diverse carriere della magistratura.
In aggiunta, la riforma prevede l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare, la quale avrà il compito di gestire le questioni disciplinari riguardanti i magistrati. Questa Alta Corte sarà composta da quindici giudici, selezionati attraverso un mix di nomine dirette e sorteggi, e avrà il potere di rivedere le decisioni prese in prima istanza. Il presidente dell’Alta Corte sarà scelto tra i membri nominati dal presidente della Repubblica e quelli sorteggiati dal Parlamento.
Il disegno di legge rappresenta, quindi, un tentativo di ristrutturare il sistema giudiziario italiano, affrontando questioni di lungo termine e cercando di garantire una maggiore indipendenza e specializzazione all’interno delle carriere della magistratura. La separazione delle carriere è vista come un elemento chiave per migliorare l’efficacia del sistema giudiziario e per affrontare le sfide contemporanee che il paese si trova ad affrontare in questo ambito.
