Francesca Fagnani, conduttrice del programma “Belve”, ha affrontato la controversia riguardante la presenza di Rita De Crescenzo tra gli ospiti della prima puntata, trasmessa su Rai 2 il 28 ottobre 2025. La decisione di includere la nota tiktoker, figura polarizzante sui social, ha suscitato un acceso dibattito tra gli utenti.
La polemica sui social
La polemica è emersa dopo la pubblicazione di un post sul profilo social di Fagnani, dove venivano fornite anticipazioni sull’intervista. Numerosi commenti critici hanno messo in discussione la scelta di dare visibilità a De Crescenzo, con un utente che ha espresso disapprovazione scrivendo: “Perché dare risalto a questa persona? Che decadenza…”.
La risposta di Fagnani
In risposta alle critiche, Fagnani ha chiarito il suo punto di vista. Ha sottolineato che De Crescenzo non rappresenta solo una città , ma la sua personale storia, caratterizzata da esperienze di abbandono e violenza. “La sua è una storia di riscatto, e ogni narrazione ha la sua dignità ”, ha affermato la conduttrice, difendendo la scelta di includerla nel programma.
Il contesto di Napoli
Un altro aspetto evidenziato da Fagnani riguarda la città di origine di De Crescenzo, Napoli. La conduttrice ha descritto Napoli come una città “inclusiva, accogliente e generosa”, un contesto che invita a raccontare le storie senza pregiudizi. La sua intenzione è quella di affrontare ogni racconto con uno spirito aperto e comprensivo.
Le questioni sollevate dalla puntata
La prima puntata di “Belve” ha quindi messo in luce non solo il percorso personale di Rita De Crescenzo, ma ha anche sollevato questioni più ampie sulla rappresentazione e sulla dignità delle storie individuali, specialmente quelle che affrontano tematiche delicate e complesse.
Il dibattito attorno agli ospiti
L’attenzione mediatica su questo episodio dimostra quanto sia cruciale il dibattito attorno alla scelta degli ospiti nei programmi televisivi, specialmente quando si tratta di figure che suscitano opinioni contrastanti. La risposta di Fagnani ha aperto un dialogo sul valore delle storie personali e sull’importanza di dare voce a esperienze spesso trascurate.
