Il 27 ottobre 2025, durante un’intervista, la dottoressa Chiara Bennati, specialista in oncologia medica presso l’AUSL Romagna di Ravenna, ha presentato i risultati dello studio Flaura 2, evidenziando l’importanza della combinazione di chemioterapia e osimertinib per i pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con mutazioni del gene EGFR. Secondo la dottoressa, questo approccio terapeutico rappresenta una novità significativa nel trattamento di una malattia spesso caratterizzata da metastasi cerebrali già al momento della diagnosi.
Risultati dello studio Flaura 2
La dottoressa Bennati ha dichiarato che i dati emersi dallo studio mostrano un miglioramento della sopravvivenza mediana per i pazienti trattati con la combinazione di chemioterapia e osimertinib, che si attesta ora a circa 4 anni, rispetto ai 36,7 mesi ottenuti con la sola monoterapia con osimertinib. Questo studio ha coinvolto pazienti con NSCLC e mutazioni di EGFR, i quali sono stati randomizzati per ricevere la combinazione di trattamenti o solo il farmaco osimertinib, somministrato in forma di compressa giornaliera.
L’endpoint primario dello studio era la progressione libera da malattia, e i risultati del 2023 avevano già evidenziato la superiorità della combinazione rispetto alla monoterapia, con un vantaggio di circa 9 mesi in termini di progressione libera da malattia. Il follow-up mediano di 51 mesi ha fornito ulteriori dati sulla sopravvivenza globale, confermando l’efficacia della combinazione terapeutica.
Implicazioni per il trattamento dei pazienti
La dottoressa Bennati ha sottolineato come l’emergere di diverse opzioni terapeutiche per la malattia EGFR-mutata in prima linea possa migliorare le prospettive di trattamento. Accanto alla combinazione di chemioterapia e osimertinib, è stata menzionata anche la combinazione di amivantamab e lazertinib, proveniente dallo studio Mariposa, che ha dimostrato vantaggi significativi sia in termini di progressione libera da malattia che di sopravvivenza globale.
Tuttavia, la dottoressa ha avvertito che le terapie di combinazione comportano un aumento degli effetti collaterali rispetto alla monoterapia. Gli eventi avversi riscontrati sono principalmente associati alla chemioterapia e si manifestano prevalentemente nei primi tre mesi di trattamento con farmaci a base di platino. Nonostante ciò, i dati raccolti indicano che la qualità della vita dei pazienti trattati con la combinazione migliora nel tempo, come evidenziato dai risultati sui patient-reported outcomes, che mostrano miglioramenti sia sul piano fisico che cognitivo ed emozionale.
Le scoperte presentate dalla dottoressa Bennati al Congresso mondiale del cancro del polmone rappresentano una speranza concreta per i pazienti affetti da tumore polmonare, offrendo nuove strade terapeutiche che potrebbero rivoluzionare il trattamento di una malattia complessa e spesso difficile da gestire.
