L’evoluzione nel panorama degli appalti è stata al centro di un’importante discussione che ha avuto luogo a Napoli durante la Convention dei Consulenti del Lavoro. L’evento, organizzato da FonARCom il 15 aprile 2025, ha trattato il tema della pluralità dei contratti collettivi, sottolineando come non esista più un unico modello contrattuale “valido”, ma che possano coesistere diverse forme purché rispettino criteri di qualità e tutela dei lavoratori. Questo incontro ha rappresentato un’opportunità per analizzare il principio di equivalenza contrattuale, introdotto dal nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023) e ripreso dal correttivo appalti e dalle Linee guida dell’ANAC.
Il valore della contrattazione collettiva
Lucia Alfieri, Consigliere d’Amministrazione di FonARCom, ha evidenziato come la norma discussa durante l’evento apra a un pluralismo sindacale maturo. Secondo Alfieri, il valore di un contratto non è più definito dal nome delle parti firmatarie, ma dal suo contenuto, che deve includere tutele, politiche attive, formazione e welfare contrattuale. Questo cambiamento di paradigma rappresenta una sfida per le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali, che ora hanno l’opportunità di dimostrare che è possibile realizzare una contrattazione di qualità, in grado di superare le tradizionali impostazioni e competere in un mercato in continua evoluzione.
In questo contesto, la contrattazione collettiva proposta da Cifa Italia e Confsal si pone come obiettivo principale quello di mettere al centro la persona e i suoi bisogni, senza trascurare la competitività e la produttività delle aziende. La proposta di una contrattazione collettiva virtuosa e innovativa mira a evitare il dumping salariale e contrattuale, rivolgendo attenzione a quegli imprenditori disposti a investire sulle risorse umane e contribuire allo sviluppo sociale ed economico.
Le sfide del mercato del lavoro
Andrea Cafà, Presidente di Cifa Italia e FonARCom, ha sottolineato come il mercato del lavoro stia affrontando sfide significative, come la glaciazione demografica e la fuga dei cervelli. Cafà ha affermato che la contrattazione collettiva deve basarsi sulla centralità della persona, valorizzando le competenze e creando condizioni che soddisfino le aspettative di vita e di crescita professionale dei lavoratori. La proposta di Cifa Italia e Confsal si distingue per l’attenzione a contenuti innovativi, garantendo tutele reali ai lavoratori e fornendo alle aziende la flessibilità necessaria per competere.
Il Presidente ha poi evidenziato come il raggiungimento di tali obiettivi richieda un approccio collaborativo, in grado di bilanciare gli interessi di lavoratori e imprese. Temi come digitalizzazione, nuove competenze, conciliazione vita-lavoro e sostenibilità sociale ed economica sono stati affrontati nel nuovo contratto collettivo, che non si limita a essere un documento giuridico, ma si propone come uno strumento di innovazione sociale.
Un nuovo modello contrattuale
Angelo Raffaele Margiotta, Segretario Generale della Confsal, ha ribadito l’importanza di una contrattazione collettiva che non si limiti a essere equivalente ai contratti leader, ma che introduca strumenti innovativi per alzare il livello di tutela. Margiotta ha elencato diverse misure, come il preavviso attivo per la ricollocazione dei lavoratori, indennità di qualificazione e potenziamento delle tutele contro i licenziamenti ingiustificati. La sua visione è chiara: la contrattazione Cifa-Confsal rappresenta un modello evoluto, capace di affrontare la stagnazione della contrattazione confederale tradizionale, spesso bloccata su schemi rigidi.
Paolo Pizzuti, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università del Molise, ha confermato che le aziende stanno iniziando a adottare contratti collettivi non tradizionali, caratterizzati da contenuti virtuosi. Ha sottolineato come la qualità e il contenuto del contratto siano ora più importanti della rappresentatività dei soggetti stipulanti. Gli imprenditori possono ora scegliere liberamente il contratto, a patto che ci sia una dichiarazione di equivalenza.
Francesco Capaccio, avvocato giuslavorista e consulente del lavoro, ha concluso evidenziando l’importanza della dichiarazione di equivalenza, che deve essere dettagliata e precisa, poiché un’errata interpretazione potrebbe portare all’esclusione da una gara. In questo contesto, il ruolo del consulente del lavoro diventa cruciale per garantire che le aziende siano supportate da professionisti competenti in grado di verificare l’equivalenza normativa e retributiva dei contratti.
L’evento, tenutosi nell’aula delle opportunità del centro congressi della stazione marittima di Napoli, ha visto una partecipazione significativa di esperti e professionisti interessati a queste tematiche cruciali per il futuro del lavoro.
