Il costo della democrazia in Russia supererà quello della Perestrojka

Franco Fogli

Ottobre 25, 2025

Irina Scherbakova, storica e dissidente russa, ha condiviso le sue riflessioni sul costo morale del cambiamento in Russia, sul ruolo dell’Occidente e sull’eredità del regime di Vladimir Putin. Durante una cerimonia tenutasi il 25 ottobre 2025 a Udine, dove ha ricevuto la XII edizione del Premio Friuli Storia, Scherbakova ha sottolineato come il prezzo da pagare per una transizione democratica nel suo paese sarà molto più elevato rispetto alla Perestrojka degli anni ’90. La storica ha evidenziato che la popolazione russa ha in parte “normalizzato” la dittatura e la guerra in Ucraina, esprimendo preoccupazione per la situazione attuale.

Il premio e il contesto attuale

Irina Scherbakova, co-fondatrice dell’Associazione russa Memorial, insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2022, ha ricevuto il riconoscimento per il suo libro “Le mani di mio padre. Una storia di famiglia russa“. La cerimonia si è tenuta alla presenza di Tommaso Piffer, presidente della giuria scientifica, e Ernesto Galli della Loggia, presidente di Friuli Storia. Scherbakova ha dichiarato che non si aspetta cambiamenti rapidi in Russia, ma spera in una risoluzione del conflitto in Ucraina che non penalizzi il paese.

La storica ha sottolineato che l’Europa deve assumere un ruolo attivo nella questione, riconoscendo che non può più fare affidamento esclusivamente sugli Stati Uniti per la propria sicurezza. Ha affermato che l’Europa dovrebbe sostenere l’Ucraina in modo più incisivo, per evitare che la guerra si concluda con una vittoria russa.

Le sanzioni e l’analisi del regime

Scherbakova ha analizzato l’efficacia delle sanzioni economiche imposte alla Russia, affermando che, sebbene abbiano avuto un certo impatto, non hanno causato una catastrofe economica. Ha suggerito che il supporto militare europeo avrebbe un effetto più significativo rispetto alle sanzioni, contribuendo a cambiare le dynamics sul campo di battaglia.

Vivendo in Germania dopo aver lasciato la Russia, Scherbakova ha osservato che l’Occidente ha faticato a riconoscere l’Ucraina come uno stato indipendente. Ha criticato l’idea che il paese dovesse rimanere sotto l’influenza russa e ha evidenziato come la propaganda di Putin abbia contribuito a questa percezione. La storica ha avvertito che il futuro dopo Putin potrebbe essere incerto e ha espresso la speranza che il leader russo non sfugga a un processo per i crimini commessi.

La visione del putinismo

Scherbakova ha descritto il regime di Putin come un “regime post-modernista“, caratterizzato da una narrazione storica distorta e da un forte richiamo al passato. Ha evidenziato come Putin non proietti un’idea di rinnovamento, ma si basi su un passato mitologizzato, creando un nemico sia interno che esterno. La guerra in Ucraina, secondo Scherbakova, non è stata motivata dalla necessità di acquisire nuovi territori, ma dalla volontà di mantenere l’Ucraina sotto l’influenza russa.

L’analisi di Scherbakova mette in luce le complessità del regime putiniano, che si nutre di paura e di una narrazione storica manipolata. La storica ha concluso sottolineando che, per il regime attuale, il mito della vittoria è fondamentale, risalendo alla propaganda stalinista che ha segnato la fine della Seconda Guerra Mondiale.

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