Ucraina, rinviato il summit e nuove sanzioni sul petrolio: reazione a Mosca per la mossa di Trump

Lorenzo Di Bari

Ottobre 24, 2025

Il presidente russo Vladimir Putin ha definito le nuove sanzioni statunitensi sul petrolio russo come un “atto ostile”, ma ha rassicurato che tali misure non avranno un impatto significativo sull’economia russa. Questa affermazione arriva in un momento cruciale, in cui l’economia del Paese sta affrontando sfide considerevoli e la pressione internazionale continua a crescere.

Le sanzioni americane, che sono state imposte recentemente, rappresentano un duro colpo per il settore energetico russo e per la fiducia di Putin nel suo approccio diplomatico con gli Stati Uniti. Durante un’intervista, il presidente russo ha dichiarato che sarà necessario attendere sei mesi per verificare se la Russia, come sostiene, sia realmente immune dagli effetti delle sanzioni. In risposta, Donald Trump ha commentato con una certa ironia, manifestando il suo scetticismo riguardo alla situazione.

Le sanzioni e il rinvio del vertice di Budapest

Molti analisti concordano sul fatto che le sanzioni statunitensi non avranno un effetto devastante, a meno che non vengano introdotte sanzioni secondarie. Tuttavia, il rinvio del vertice di Budapest, concordato in una telefonata tra Trump e Putin il 16 ottobre 2025, rappresenta un cambiamento significativo. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha affermato che un incontro tra i due leader non è completamente escluso, ma la situazione attuale ha complicato i preparativi per questo incontro.

Le sanzioni imposte a Rosneft e Lukoil sono state descritte come “di grande importanza” dal presidente ucraino, in quanto inviano un messaggio politico forte. Tuttavia, gli esperti osservano che il Cremlino non si aspettava un rinvio così esplicito del vertice, il che ha bloccato i preparativi per un incontro che si presentava già difficile dopo il fallimento del summit di Ferragosto in Alaska.

Un’analisi approfondita rivela che la delegazione russa, composta da figure come Marco Rubio e Sergei Lavrov, non favorisce un clima di dialogo. Infatti, ci sono stati episodi in cui Putin ha dovuto ricordare a Lavrov il suo ruolo di ministro degli Esteri, evidenziando la tensione tra le due nazioni.

Le reazioni e le implicazioni economiche

Intorno al Cremlino, non ci sono molte voci che si oppongono a questa linea dura. Kirill Dmitriev, CEO del Fondo russo per gli investimenti diretti, è uno dei pochi a esprimere preoccupazioni per i dati economici, che continuano a mostrare segnali negativi. Il deficit, l’inflazione e l’aumento dei costi del carburante sono tutti fattori che stanno pesando sull’economia russa, complicati dagli attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche.

Nonostante Putin mantenga un atteggiamento di fermezza, durante la recente riunione del club Valdai a Sochi, Lavrov avrebbe espresso posizioni più aperte, non limitandosi a discutere solo di questioni economiche. Gli analisti avvertono, però, che l’intransigenza su questioni fondamentali rimane intatta. Le sanzioni, pur infliggendo un duro colpo agli sforzi di Putin per ottenere la resa dell’Ucraina, non sembrano alterare i suoi obiettivi strategici, in particolare il controllo del Donbass.

Le aziende russe si stanno preparando a un possibile inasprimento delle sanzioni, come sottolineato da Tatiana Stanovaya, fondatrice della società di analisi politica R.Politik. Putin è disposto a sopportare perdite significative per raggiungere i suoi obiettivi. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che le sanzioni sono controproducenti e che la Russia ha sviluppato una “solida immunità” contro di esse, avvertendo che le conseguenze saranno disastrose per la politica interna americana e per la stabilità dell’economia globale.

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