Consulenti del lavoro: l’85% degli studi investe in tecnologie e digitale, ora si punta sull’IA

Marianna Ritini

Ottobre 24, 2025

L’analisi sull’andamento della professione dei consulenti del lavoro, presentata il 15 aprile 2025 a Napoli durante la Convention nazionale per il 60° anniversario della categoria, rivela un panorama in continua evoluzione. La ricerca, condotta dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, mette in evidenza come la diversificazione dei servizi stia diventando un elemento cruciale per quasi la metà degli operatori del settore, che riconoscono la necessità di ampliare l’offerta oltre il tradizionale core business delle buste paga.

Investimenti tecnologici e digitalizzazione

Secondo i dati raccolti, l’85,7% degli studi di consulenti del lavoro ha investito in tecnologie e digitalizzazione nell’ultimo biennio. Di questi, il 15% ha effettuato investimenti significativi, mentre il 45% ha optato per interventi di media entità. I principali settori di investimento riguardano il rinnovo delle infrastrutture, con una particolare attenzione a computer, portatili e reti, che rappresentano il 74,2% del totale. La sicurezza informatica è stata prioritaria per il 59,9% degli studi, seguita dalla gestione documentale (34,7%) e dai portali dedicati ai clienti (31,9%). Questi dati testimoniano un crescente orientamento verso l’innovazione, che si riflette anche nelle previsioni per il prossimo biennio, dove il 50% degli intervistati pianifica di introdurre l’intelligenza artificiale.

Crescita e soddisfazione professionale

Un aspetto interessante emerso dalla ricerca è la soddisfazione professionale degli operatori: il 63,3% dei consulenti si dichiara molto soddisfatto del proprio lavoro, con punte di soddisfazione superiori tra gli uomini (70,3%) rispetto alle donne (54,6%). Inoltre, il 55,8% degli intervistati ha manifestato l’intenzione di sviluppare ulteriormente la propria attività nei prossimi cinque anni. Le prospettive di crescita sono legate principalmente alla capacità di diversificare i servizi offerti: il 46,5% degli intervistati ha identificato questo aspetto come chiave per il futuro, una percentuale che sale al 55,4% tra i più giovani.

Evoluzione dell’offerta di servizi

L’evoluzione dell’offerta di servizi è un altro punto saliente della ricerca. Attorno al core business degli adempimenti lavorativi e delle buste paga, che il 92,2% degli studi continua a gestire, si è sviluppata una gamma sempre più ampia di servizi. Il 67,4% degli studi offre consulenza giuridica e contrattuale, mentre il 59,2% si occupa di consulenza economica. Inoltre, il 47% degli studi è attivo nell’organizzazione e gestione del personale, il 42,1% nelle relazioni sindacali e il 32,2% nel welfare aziendale. La diversificazione dei servizi non solo risponde a una domanda crescente, ma rappresenta anche una strategia per mantenere competitività nel mercato.

Cambiamenti nella struttura professionale

Un trend significativo riguarda anche l’organizzazione della professione: tra il 2021 e il 2025, la percentuale di consulenti del lavoro che esercitano come titolari unici è scesa dal 78,2% al 74,4%. Al contrario, è aumentata la quota di chi opera in forma associata, passando dal 21,8% al 25,6%. Questo cambiamento è particolarmente evidente nel Nord Italia, dove oltre un terzo degli iscritti opera in forma associata. Nel 2025, il numero di società tra professionisti registrate ha raggiunto quota 808, coinvolgendo quasi 2000 consulenti, pari al 7,8% del totale.

In sintesi, il panorama professionale dei consulenti del lavoro in Italia sta vivendo una fase di trasformazione significativa. La diversificazione dei servizi, l’adozione di nuove tecnologie e l’orientamento verso forme associative rappresentano le chiavi per affrontare le sfide future e garantire una crescita sostenibile nel settore.

×