Il 2025 segna un momento cruciale nelle relazioni internazionali, con il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che ha recentemente annunciato nuove sanzioni contro le principali compagnie petrolifere russe, in particolare Rosneft e Lukoil. Questa decisione, comunicata il 15 gennaio, è stata presa in risposta alla persistente mancanza di impegno da parte della Russia per avviare un processo di pace in Ucraina, come affermato dalle autorità americane.
Le sanzioni americane contro le compagnie petrolifere russe
Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha reso noto che le sanzioni colpiranno le due aziende russe, accusate di sostenere la macchina bellica del Cremlino. Scott Bessent, portavoce del Dipartimento, ha sottolineato che l’imposizione di queste sanzioni è una risposta diretta al rifiuto del presidente russo Vladimir Putin di fermare un conflitto che ha causato enormi sofferenze in Ucraina. Bessent ha anche invitato gli alleati americani ad unirsi a queste misure, evidenziando l’intenzione del governo statunitense di intensificare la pressione su Mosca se non ci saranno cambiamenti significativi nel suo comportamento.
Le sanzioni si inseriscono in un contesto di crescente tensione internazionale, con gli Stati Uniti che cercano di isolare ulteriormente la Russia a causa della sua aggressione in Ucraina. La decisione di colpire Rosneft e Lukoil è stata presa per ridurre la capacità della Russia di finanziare le operazioni militari e per incentivare il governo russo a impegnarsi in negoziati di pace. Washington ha chiaramente espresso che la situazione attuale non può continuare e che è necessario un cambiamento.
Le dichiarazioni di Trump sul conflitto e i colloqui con Putin
Durante una conferenza stampa tenutasi nello Studio Ovale il 15 gennaio, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha commentato le sanzioni e la situazione in Ucraina. Trump ha descritto le sanzioni come “molto pesanti” e ha espresso la speranza che non durino a lungo, auspicando una rapida risoluzione del conflitto. Ha anche rivelato di aver cancellato un incontro programmato con Putin, ritenendo che non avrebbe portato a risultati concreti. Tuttavia, ha affermato di essere aperto a futuri colloqui, sottolineando che la guerra dovrà essere risolta attraverso il dialogo.
Trump ha ammesso che le conversazioni con il presidente russo sono state generalmente positive, ma ha evidenziato come non si siano tradotte in azioni concrete. Ha anche discusso della complessità dell’uso dei missili Tomahawk da parte dell’Ucraina, affermando che l’addestramento per utilizzare tali armamenti richiede tempo e risorse significative. Di conseguenza, ha escluso la possibilità che gli Stati Uniti possano lanciare questi missili.
Il viaggio di Trump in Asia e i colloqui con Xi Jinping
Il presidente Trump ha anche annunciato un imminente viaggio in Asia, previsto per la settimana successiva, durante il quale si recherà in Malaysia, Corea del Sud e Giappone. In Corea del Sud, Trump avrà un incontro con il presidente cinese Xi Jinping. Il presidente americano ha dichiarato di ritenere che Xi possa esercitare una notevole influenza su Putin e che discuteranno sicuramente della situazione in Russia e Ucraina. Questo incontro rappresenta un’opportunità per gli Stati Uniti di cercare un supporto strategico da parte della Cina in un momento di crescente tensione globale.
Trump smentisce le affermazioni del Wall Street Journal
In un post su Truth, Trump ha smentito le notizie diffuse dal Wall Street Journal riguardo a un presunto consenso degli Stati Uniti all’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina. Ha definito queste affermazioni “falsità ” e ha chiarito che gli Stati Uniti non hanno alcun coinvolgimento con i missili, né con le modalità di utilizzo da parte dell’Ucraina. Secondo il giornale, l’amministrazione Trump avrebbe revocato una restrizione sull’uso di missili a lungo raggio, consentendo a Kiev di intensificare gli attacchi contro obiettivi russi.
In particolare, il 14 gennaio, l’Ucraina ha utilizzato un missile da crociera Storm Shadow, fornito dal Regno Unito, per colpire un impianto in Russia. Questa azione ha suscitato preoccupazioni a Washington, dove si teme che l’intensificazione degli attacchi possa ulteriormente complicare la situazione. La recente decisione di trasferire l’autorità per tali attacchi a un alto ufficiale statunitense in Europa ha sollevato interrogativi sulle future strategie americane nella regione.
