Il 19° pacchetto di sanzioni approvato da Bruxelles è stato implementato in un contesto di crescente tensione internazionale, in particolare a seguito dell’azione intrapresa dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump contro i colossi petroliferi russi Rosneft e Lukoil. Le nuove misure, annunciate il 23 ottobre 2025, complicano ulteriormente la situazione per Mosca, rendendo più difficile eludere i divieti imposti.
Le sanzioni come strumento di pressione
Le sanzioni alla Russia continuano a suscitare un ampio dibattito. Da un lato, vi è chi sostiene che esse rappresentano un mezzo efficace per esercitare pressione su Vladimir Putin affinché fermi le ostilità in Ucraina. Dall’altro, ci sono opinioni che mettono in dubbio l’efficacia delle sanzioni, definendole un’arma spuntata che potrebbe ritorcersi contro l’Europa stessa. Questo dibattito si intensifica alla luce delle nuove misure annunciate, le quali mirano a colpire i settori economici russi non ancora sanzionati.
Il nuovo pacchetto di sanzioni
Il 19° pacchetto di sanzioni, varato da Bruxelles, si affianca a quanto deciso dal Dipartimento del Tesoro americano, che ha messo nel mirino le principali compagnie petrolifere russe. Le nuove misure prevedono un divieto graduale sull’importazione del gas naturale liquefatto (GNL) russo, con scadenze specifiche per i contratti a breve termine e a lungo termine. Inoltre, l’elenco delle navi della flotta ombra russa, utilizzate per aggirare i divieti, si arricchisce di ulteriori 117 imbarcazioni, portando il totale a 558.
Implicazioni finanziarie e commerciali
Dal punto di vista finanziario, il pacchetto introduce un divieto totale di transazione con cinque banche russe, estendendo le restrizioni già esistenti sui sistemi di pagamento elettronico russi e su alcune banche di Bielorussia e Kazakistan. Inoltre, gli operatori europei non potranno stipulare contratti economici con nove zone economiche speciali russe e dovranno rispettare un divieto di fornire riassicurazioni a navi e aerei russi per i primi cinque anni dopo la vendita a un Paese terzo.
Contrastare l’elusione delle sanzioni
Le autorità europee hanno intensificato gli sforzi per migliorare il contrasto all’elusione delle sanzioni già in vigore. Sono stati identificati 45 nuovi soggetti che facilitano tali elusioni, di cui 17 al di fuori della Federazione Russa. Le restrizioni all’esportazione di prodotti industriali e di articoli sensibili sono state ampliate, e il termine per le imprese europee per disinvestire dalla Russia è stato prorogato di un anno.
La riuscita di queste misure dipenderà dalla volontà politica di mantenere un fronte unito tra Europa e Stati Uniti. L’atteggiamento di Trump nei confronti della Russia e della crisi ucraina rimane ambiguo, e il suo approccio sarà cruciale per la futura efficacia delle sanzioni.
