Il processo per il sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano ucciso in Egitto nel 2016, ha subito un’importante battuta d’arresto. Il 23 ottobre 2025, la Prima Corte di Assise ha accolto la questione di costituzionalità sollevata dai legali dei quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati. I difensori hanno messo in discussione il diritto di difesa, evidenziando l’impossibilità di accedere al gratuito patrocinio per la nomina di consulenti tecnici. La Corte, ritenendo la questione non manifestamente infondata e rilevante per il prosieguo del processo, ha deciso di inviare immediatamente gli atti alla Consulta.
Il caso di giulio regeni
Giulio Regeni, un ricercatore italiano, è stato rapito, torturato e ucciso al Cairo nel 2016, un caso che ha suscitato indignazione a livello internazionale. La sua morte ha messo in luce le violazioni dei diritti umani in Egitto e ha dato origine a numerose manifestazioni in Italia, dove i cittadini hanno chiesto giustizia. La vicenda ha visto un lungo e complesso iter giudiziario, con l’Italia che ha richiesto la cooperazione delle autorità egiziane per chiarire le circostanze della sua morte. Il processo attuale è il culmine di anni di battaglie legali e diplomatiche, con la speranza che finalmente si faccia luce su quanto accaduto.
Le dichiarazioni degli avvocati
L’avvocato Tranquillino Sarno, uno dei legali dei quattro agenti egiziani, ha espresso soddisfazione per la decisione della Corte d’Assise. Secondo Sarno, la Corte Costituzionale ha creato una figura di imputato formalmente assente ma di fatto irreperibile, il che ha generato distorsioni nel sistema giudiziario. Ha sottolineato che questa situazione solleva sospetti di violazione del diritto di difesa, un aspetto cruciale in un processo di tale importanza. Sarno ha anche evidenziato le problematiche legate all’impossibilità di presentare impugnazione in caso di condanna, a causa delle modifiche legislative introdotte dalla riforma Cartabia.
Le implicazioni della decisione
La decisione della Prima Corte di Assise di trasmettere gli atti alla Consulta rappresenta un passaggio fondamentale per il futuro del processo. La questione di costituzionalità potrebbe portare a un riesame delle norme vigenti riguardanti il diritto di difesa, in particolare per quanto concerne il patrocinio legale e la nomina di esperti. Questo potrebbe avere un impatto significativo non solo sul caso di Giulio Regeni, ma anche su altri procedimenti giudiziari in Italia, dove i diritti degli imputati sono messi in discussione. La comunità internazionale continua a seguire attentamente l’evoluzione di questo caso, sperando che si giunga finalmente a una verità e a una giustizia per Giulio Regeni e la sua famiglia.
