L’evento Global Welfare Summit 2025, che si è tenuto oggi a Roma, ha visto la partecipazione di oltre 800 delegati, tra cui rappresentanti di istituzioni, aziende, parti sociali e membri della comunità scientifica. Questa manifestazione si è affermata come un’importante piattaforma di discussione sui nuovi modelli di sostenibilità sociale e inclusione, affrontando le sfide e le opportunità del welfare in Italia.
Risultati dell’indagine sul welfare italiano
Nel corso del summit, Stefano Castrignanò, presidente dell’Osservatorio Italian Welfare, ha presentato i risultati di una indagine sistematica sul welfare italiano, che ha coinvolto circa 9 milioni di lavoratori, di cui 7,3 milioni dipendenti e 1,7 milioni liberi professionisti. Dall’analisi emerge che oltre il 30% delle imprese, in particolare quelle di medie e grandi dimensioni, ha implementato misure specifiche per supportare i caregiver. Tuttavia, nel contesto del welfare contrattuale, tali servizi risultano ancora marginali, interessando solo il 3,7% della forza lavoro.
L’indagine ha messo in evidenza i cinque pilastri fondamentali del welfare, definiti dall’Osservatorio come ESG: genitorialità, caregiving, grandi rischi, sanità e previdenza. Questi settori rappresentano un sistema multilivello, in cui il welfare delle grandi aziende gioca un ruolo pionieristico nella diffusione di servizi dedicati alla genitorialità e al caregiving. Nonostante ciò, il welfare contrattuale mostra una diffusione limitata, con solo il 24% dei lavoratori che beneficia di strumenti di sostegno alla genitorialità.
Disparità tra liberi professionisti e lavoratori dipendenti
Un altro aspetto rilevante emerso dall’indagine riguarda le tutele sanitarie e i grandi rischi per i liberi professionisti. Questi lavoratori hanno accesso a coperture sanitarie che rimangono attive anche dopo il pensionamento, con oltre il 70% di loro che dispone di polizze per eventi gravi. Al contrario, solo il 30% dei lavoratori dipendenti riesce a mantenere la copertura sanitaria post-pensionamento, e meno del 20% ha tutele in caso di premorienza o non autosufficienza.
Lo studio ha inoltre evidenziato che i liberi professionisti affrontano una mancanza di un fondo pensione complementare unitario, mentre i lavoratori dipendenti possono contare su una copertura quasi totale dei fondi pensione di categoria, sebbene il tasso di adesione rimanga contenuto al 38,3%. Le prestazioni accessorie sono disponibili solo nel 21% dei casi, evidenziando una disparità significativa tra le due categorie.
Necessità di un welfare più inclusivo
L’analisi ha rivelato che le iniziative di welfare aziendale continuano a crescere, ma risultano più diffuse tra le aziende medio-grandi, con il 75% di esse che adotta misure extra CCNL. Nelle piccole imprese, che rappresentano il 99% del tessuto produttivo nazionale, il welfare contrattuale spesso costituisce l’unica forma di protezione, con solo il 17% che implementa misure di welfare aziendale.
Per migliorare il livello di protezione sociale, è essenziale introdurre nei contratti collettivi nazionali coperture per i grandi rischi e misure di sostegno per genitorialità e caregiver. L’Osservatorio Italian Welfare ha delineato proposte operative per ciascun livello di welfare, sottolineando la necessità di una convergenza di obiettivi tra i diversi settori del sistema.
Proposte per il futuro del welfare
Castrignanò ha dichiarato che il welfare italiano deve rafforzare la propria struttura attorno ai pilastri ESG, con un focus su previdenza, sanità e grandi rischi come elementi fondamentali, mentre genitorialità e caregiving rappresentano aree in crescita. Per il welfare contrattuale, è fondamentale intervenire sulle tutele sanitarie, creando fondi di categoria e piani sostenibili per familiari e pensionati.
Per i liberi professionisti, l’Osservatorio propone tre priorità: la creazione di un fondo pensione complementare unico, il potenziamento dei servizi legati alla genitorialità e al caregiving, e la promozione della conoscenza degli strumenti di welfare. Castrignanò ha concluso evidenziando l’importanza dei fondi pensione come strumenti cruciali per costruire una rete di protezione sociale universalistica, con un’adesione attuale che presenta ampi margini di miglioramento.
