Luigi Marattin, deputato e segretario del Partito Liberal Democratico, ha espresso preoccupazioni significative riguardo alla pressione fiscale sul ceto medio italiano durante la seconda edizione del Global Welfare Summit, tenutasi il 23 ottobre 2025 a Villa Miani, Roma. Questo evento, dedicato alle “Eccellenze che ispirano“, ha visto la partecipazione di esperti e rappresentanti del settore welfare, evidenziando le sfide e le opportunità per il futuro.
Le tasse e il ceto medio italiano
Marattin ha sottolineato che il ceto medio in Italia è soggetto a una delle tassazioni più elevate del mondo occidentale. Citando il rapporto “Taxing Wages” dell’OCSE del 2024, ha evidenziato che chi guadagna 2.500 euro mensili, equivalente a 50.000 euro lordi annuali, affronta un’aliquota fiscale del 43%. A questa si aggiungono le addizionali locali, portando la pressione fiscale totale a un allarmante 45-46%. In confronto, in paesi come Germania, Francia e Gran Bretagna, una simile pressione fiscale si applica a chi guadagna tra i 10.000 e i 12.000 euro al mese. Questi dati pongono un serio interrogativo sulla sostenibilità del ceto medio in Italia e sulla necessità di riforme fiscali urgenti.
Opportunità nella legge di bilancio
Durante il suo intervento, Marattin ha criticato la Legge di Bilancio attuale, definendola un’occasione sprecata per il ceto medio. Ha affermato che la proposta di riduzione fiscale prevista è insignificante, paragonandola a “un caffè al giorno” per i contribuenti con un reddito lordo fino a 50.000 euro. A suo avviso, il Partito Liberal Democratico ha evidenziato la necessità di una riduzione fiscale più sostanziale, suggerendo che, evitando ulteriori riforme sulle pensioni e inutili misure di rottamazione, ci sarebbero le risorse per abbattere di dieci punti l’aliquota fiscale nella fascia di reddito tra 50.000 e 60.000 euro.
Un appello alla crescita economica
Marattin ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di affrontare la questione della tassazione sul ceto medio. Ha affermato che una vera riduzione fiscale potrebbe rappresentare un passo decisivo per invertire la tendenza di stagnazione economica in Italia. Secondo lui, senza un intervento significativo sulla tassazione, il Paese non potrà mai sperare di tornare a una crescita sostenibile. La sua analisi mette in evidenza la necessità di un cambiamento radicale nelle politiche fiscali, affinché l’Italia possa affrontare le sfide economiche del futuro e garantire un welfare adeguato ai propri cittadini.
