Il 22 ottobre 2025 segna il sedicesimo anniversario della morte di Stefano Cucchi, un evento che ha segnato profondamente la storia italiana. In questa data significativa, Ilaria Cucchi, sorella della vittima e attuale senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), ha visitato il reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove Stefano è stato ricoverato e dove ha perso la vita nel 2009. Durante la sua visita, Ilaria ha condiviso le sue emozioni e riflessioni sulla giustizia e le condizioni delle carceri italiane.
Riflessioni su giustizia e memoria
Ilaria Cucchi ha espresso il suo dolore e la sua determinazione a far sì che la memoria di suo fratello non venga dimenticata. “Mio fratello Stefano Cucchi 16 anni fa moriva di carcere sì, ma anche di giustizia”, ha dichiarato, sottolineando come, nonostante il tempo trascorso, la lotta per la verità e la giustizia continui. La senatrice ha voluto ringraziare pubblicamente i magistrati Giovanni Musarò e Giuseppe Pignatone, nonché l’avvocato Fabio Anselmo, per il loro impegno nel garantire giustizia non solo per la morte di Stefano, ma anche per i depistaggi che hanno ostacolato la ricerca della verità per anni.
Ilaria ha ricordato il momento straziante in cui lei e la sua famiglia furono informati della morte di Stefano, avvenuta proprio davanti all’entrata dell’ospedale, sotto una pioggia battente. Questo ricordo rimane vivido nella sua mente e rappresenta un simbolo della sofferenza e dell’ingiustizia che ha subito la sua famiglia.
Le condizioni delle carceri italiane
Durante la visita al reparto, Ilaria Cucchi ha avuto l’opportunità di osservare le condizioni attuali della struttura. Ha descritto una realtà difficile, caratterizzata da una grave carenza di personale e da una gestione inadeguata. “Ci sono celle singole per i detenuti, che preferiscono essere chiamati pazienti, ma io li chiamo detenuti. Queste sono celle, chiuse h24, senza spazi comuni o momenti di convivialità”, ha affermato la senatrice, evidenziando la mancanza di diritti fondamentali per coloro che si trovano in questa situazione.
Ilaria ha anche messo in luce il fatto che, nonostante i progressi apparenti, la situazione nelle carceri è destinata a peggiorare. Ha evidenziato la necessità di affrontare i problemi culturali che circondano queste strutture e ha chiesto un cambiamento radicale. “Finché rimarranno luoghi chiusi, nulla potrà cambiare”, ha affermato, sottolineando l’importanza di rendere queste realtà più visibili e accessibili per risvegliare le coscienze della società.
La senatrice ha concluso il suo intervento ringraziando il personale che lavora in queste strutture, ma ha ribadito che è fondamentale effettuare nuove assunzioni e fornire una formazione adeguata per migliorare le condizioni di vita all’interno delle carceri. La sua testimonianza rappresenta un forte richiamo all’azione e alla responsabilità collettiva per garantire giustizia e dignità a tutti.
