Nel 2025, la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma, celebra una delle collaborazioni più iconiche della storia della pubblicità italiana. In occasione del sessantesimo anniversario del primo Carosello Barilla con Mina come protagonista, l’istituzione ha allestito una sezione speciale all’interno della mostra “Moda e pubblicità in Italia 1950-2000“. Questo evento non solo rende omaggio alla celebre cantante, ma offre anche una finestra su un’epoca di grande fermento culturale per il nostro Paese.
La mostra e l’evento dedicati a Mina
Il 25 ottobre 2025, in concomitanza con la Giornata Mondiale della Pasta, si svolgerà un evento speciale intitolato ‘Pasta Diva – Mina e la moda in Italia negli anni Sessanta nei Caroselli Barilla‘. Questa iniziativa è parte del progetto ‘ApritiModa2025‘, che mira a esplorare il legame tra moda e pubblicità in un periodo cruciale della storia italiana. I visitatori potranno ammirare una selezione di abiti di scena, filmati e materiali fotografici provenienti dall’Archivio Storico Barilla, che raccontano la storia di un sodalizio che ha rivoluzionato il modo di comunicare il cibo.
I materiali esposti offrono un’analisi approfondita della comunicazione pubblicitaria di quegli anni. La direzione artistica dei Caroselli Barilla ha visto la partecipazione di nomi illustri del cinema e della televisione, come Valerio Zurlini e Piero Gherardi, due volte premiato con l’Oscar per i costumi. Questi professionisti hanno creato un messaggio pubblicitario che unisce estetica e funzionalità, utilizzando scenografie innovative e montaggi dinamici. Al centro di tutto ciò, Mina, la cui presenza magnetica ha catturato l’attenzione del pubblico, diventando il volto simbolo della qualità Barilla.
Il ruolo di Mina nella pubblicità Barilla
Mina ha saputo incarnare l’essenza della modernità, muovendosi con grazia in ambienti suggestivi e indossando abiti che riflettevano le tendenze del periodo. Le sue interpretazioni nei Caroselli Barilla la trasformavano in una figura quasi mitologica, capace di evocare emozioni e di comunicare un messaggio di eleganza e stile. Dai suoi esordi come ragazza yé-yé nel 1965, con un look ispirato a Twiggy, fino alla femme fatale tempestata di strass degli anni successivi, Mina ha saputo adattare il proprio stile alle evoluzioni della moda, diventando un’icona di riferimento.
La partnership tra Barilla e Mina ha segnato anche un cambiamento significativo nel panorama alimentare italiano. L’introduzione della pasta confezionata, promossa attraverso i Caroselli, ha reso questo alimento accessibile e trendy. L’inizio della produzione di sughi pronti nel 1969 ha ulteriormente consolidato questa trasformazione, rendendo i prodotti Barilla un simbolo di alta cucina quotidiana.
Dettagli dell’evento e testimonianze
La Fondazione Magnani-Rocca ospiterà una selezione di abiti realizzati da Piero Gherardi e cuciti dalla sartoria di Gabriele Mayer, accompagnati da fotografie di scena di Piero Pascuttini, noto fotografo delle dive di Cinecittà. Il 25 ottobre, alle ore 16.30, si svolgerà una conferenza-evento con la proiezione di alcuni dei Caroselli più iconici, offrendo un’opportunità unica di rivivere l’atmosfera di quegli anni. A discutere di questo straordinario periodo sarà Giancarlo Gonizzi, curatore dell’Archivio Storico Barilla, insieme a Emmanuel Grossi, esperto di storia dello spettacolo.
Gonizzi ha sottolineato l’importanza dei filmati pubblicitari di Mina, considerandoli tra i più alti risultati della pubblicità italiana degli anni Sessanta. Questi materiali non solo rappresentano un pezzo di storia, ma consentono di comprendere le trasformazioni sociali e culturali che hanno caratterizzato l’Italia di quel periodo. L’iniziativa si inserisce nella nona edizione di ApritiModa, che il 25 e 26 ottobre aprirà le porte a circa cento realtà del Made in Italy, permettendo al pubblico di scoprire il processo creativo dietro capi e accessori che hanno contribuito a costruire l’eccellenza italiana. I materiali della mostra, inclusi 65 cortometraggi e fotografie, sono disponibili anche online sul sito dell’Archivio Storico Barilla.
