Plasmaderivati, l’immunologa Quinti avverte: “Cresce la domanda, ma l’offerta è scarsa”

Lorenzo Di Bari

Ottobre 21, 2025

Il 21 ottobre 2025, durante il digital talk intitolato “Disponibilità di plasma in Italia. Un tema di salute pubblica che attende risposte”, l’immunologa Isabella Quinti, docente di Medicina Interna presso la Sapienza Università di Roma, ha sottolineato l’importanza di abbassare l’età dei donatori di plasma. Questi interventi sono stati stimolati dalla crescente domanda di immunoglobuline, che non è solo una conseguenza dell’aumento della vita media dei pazienti, ma anche dei miglioramenti nelle capacità diagnostiche.

Ricerca e disponibilità di plasmaderivati

La dottoressa Quinti ha evidenziato come, secondo una ricerca condotta nel suo centro, il 24% dei pazienti con immunodeficienza riceve immunoglobuline. Tuttavia, ampliando la popolazione dei beneficiari, la disponibilità di plasmaderivati potrebbe non essere sufficiente a soddisfare la crescente richiesta. Questo è il motivo per cui la domanda di tali prodotti continua a salire, mentre l’offerta rimane limitata.

Dipendenza dal mercato internazionale

La questione della materia prima necessaria per ottenere i plasmaderivati è stata al centro dell’attenzione durante l’incontro organizzato da Adnkronos, che ha visto la partecipazione di clinici, rappresentanti dei pazienti, istituzioni sanitarie e aziende farmaceutiche. L’Italia, come è stato sottolineato, riesce a coprire il 70% del fabbisogno di plasma grazie a donazioni volontarie, mentre il restante 30% proviene dal mercato internazionale, in particolare dagli Stati Uniti. Per ridurre questa dipendenza, la dottoressa Quinti ha suggerito la necessità di attrarre donatori più giovani.

Proposta per studenti delle facoltà di medicina

L’immunologa ha lanciato una proposta provocatoria: “Chiediamo che tutti gli studenti delle facoltà di medicina in Italia diventino donatori”. Secondo Quinti, un’iniziativa di questo tipo, che partisse direttamente dalle università, potrebbe portare a una generazione di donatori più giovani, i quali non solo continuerebbero a donare per tutta la vita, ma anche sensibilizzerebbero i loro coetanei sull’importanza della donazione.

Funzione delle immunoglobuline

In merito alla funzione delle immunoglobuline, la dottoressa Quinti ha spiegato che esse svolgono un ruolo cruciale nella protezione contro le infezioni. I pazienti che non producono anticorpi, sia per motivi congeniti che acquisiti, sono esposti a infezioni ricorrenti, con gravi conseguenze per la loro salute. Questi pazienti, definiti fragili, affrontano una qualità di vita ridotta e costi elevati legati alla loro malattia.

Importanza del patrimonio anticorpale

Quinti ha chiarito che, sebbene in laboratorio si possa produrre un singolo tipo di anticorpo, è necessario un ampio patrimonio anticorpale proveniente da numerosi donatori per affrontare la vasta gamma di germi esistenti. Le infusioni regolari di immunoglobuline, ottenute dal plasma, rappresentano l’unico metodo per ripristinare i livelli adeguati di anticorpi nei pazienti fragili, rendendo questa questione una priorità per i sistemi sanitari nazionali.

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