Manovra, Cgil: il superamento della Legge Fornero allontana la pensione

Lorenzo Di Bari

Ottobre 21, 2025

Mancano pochi giorni alla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil, prevista per sabato 25 ottobre 2025 a Roma, in piazza San Giovanni. Questo evento si propone di riunire decine di migliaia di partecipanti, con l’obiettivo di chiedere un aumento di salari e pensioni. La questione delle pensioni è al centro del dibattito, con la Cgil che critica l’attuale governo per non aver rispettato le promesse di riforma. “Altro che superamento della Legge Fornero”, afferma l’organizzazione sindacale, “l’esecutivo sta, di fatto, rafforzando le misure esistenti”.

Critiche alla manovra previdenziale

Il 21 ottobre 2025, la Cgil ha espresso un giudizio severo sulla manovra previdenziale in corso, sottolineando che si tratta della quarta manovra consecutiva che tocca le pensioni senza una visione riformatrice. Il sindacato evidenzia che non ci sono blocchi sull’aumento dei requisiti per il pensionamento, e che il meccanismo di adeguamento alla speranza di vita continuerà a portare a un innalzamento dell’età pensionabile e dei requisiti per la pensione anticipata. A partire dal 2027, ci sarà un aumento di un mese, seguito da un incremento di due mesi nel 2028 e, secondo le previsioni, altri due mesi dal 2029. Questo porterà l’età pensionabile a 67 anni e 5 mesi, con la pensione anticipata fissata a 43 anni e 3 mesi di contributi (42 anni e 3 mesi per le donne).

Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, ha denunciato che, nonostante le promesse elettorali, non è stata prorogata alcuna forma di flessibilità in uscita. Le misure come Quota 103 e Opzione Donna, già penalizzate negli ultimi anni, non verranno prorogate, chiudendo di fatto la possibilità di un pensionamento anticipato per i lavoratori e le lavoratrici.

Le conseguenze per i lavoratori

La situazione economica risulta altrettanto preoccupante. Cigna ha spiegato che l’unico intervento previsto riguarda le maggiorazioni sociali, che aumentano di soli 12 euro rispetto all’anno precedente. Le pensioni minime verranno adeguate solo all’inflazione, con un incremento aggiuntivo dell’1,3%, corrispondente a poco più di 4 euro al mese. Questo è considerato insufficiente per chi vive con assegni pensionistici ridotti.

Anche il pubblico impiego non sembra essere esente da queste problematiche. Il governo ha deciso di ridurre i tempi di liquidazione del Tfs/Tfr da 12 a 3 mesi, ma solo per coloro che vanno in pensione per limiti di età o per motivi ordinamentali, lasciando migliaia di lavoratori in attesa per anni.

Le reazioni e le prospettive future

Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, ha commentato la manovra attuale come inefficace nel risolvere i problemi del sistema previdenziale, anzi, li aggrava ulteriormente. Secondo Ghiglione, si toglie flessibilità, si riducono le tutele e non si offre un sostegno concreto alle pensioni più basse. La mancanza di considerazione per chi ha svolto lavori usuranti o discontinui è un ulteriore elemento di preoccupazione.

Particolare attenzione è stata riservata alle donne e ai giovani. La cancellazione di Opzione Donna è stata definita un “schiaffo al lavoro femminile”, poiché non viene riconosciuto il valore dei periodi di cura e non ci sono misure per le carriere frammentate. Per i giovani, l’assenza di una pensione contributiva di garanzia rappresenta una mancanza di attenzione verso chi vive di lavori precari. Ghiglione ha concluso affermando che il governo, pur dichiarando di voler proteggere il futuro, in realtà sta perpetuando un sistema ingiusto che grava sulle nuove generazioni.

×