Manovra: aumento della cedolare secca al 26% per affitti brevi, ecco le implicazioni

Franco Fogli

Ottobre 20, 2025

Marco Celani, presidente dell’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (Aigab), ha espresso forti preoccupazioni riguardo all’impatto della nuova manovra economica del governo, che prevede un’aliquota del 26% per tutti gli affitti brevi. Durante un’intervista rilasciata a Adnkronos/Labitalia il 20 ottobre 2025, Celani ha definito questa misura come una vera e propria “stangata” per le famiglie italiane, sottolineando come colpirà le circa 500mila abitazioni attualmente disponibili online. Secondo Celani, questa tassa avrà effetti devastanti su quei nuclei familiari che affittano un immobile per integrare il proprio reddito.

Claudio Cuomo, presidente di Aigo Confesercenti, ha condiviso la preoccupazione di Celani, affermando che il settore non può continuare a essere considerato un “bancomat” per il Paese. Cuomo ha messo in evidenza che l’aumento della cedolare secca al 26%, insieme all’ipotesi di un incremento del 30% della tassa di soggiorno, rappresenterebbe un duro colpo per la competitività del settore turistico e aggraverebbe ulteriormente la già fragile domanda interna. Ha quindi sollevato interrogativi sulla strategia che il governo intende adottare per sostenere il turismo in Italia.

Affitti brevi e cedolare secca: aspetti fondamentali

La normativa fiscale riguardante le locazioni brevi si applica ai contratti di affitto di immobili ad uso abitativo situati in Italia, con una durata non superiore a 30 giorni e stipulati da privati che non esercitano un’attività imprenditoriale. Il locatore ha la possibilità di optare per un regime fiscale agevolato, dichiarando i redditi derivanti dagli affitti nella dichiarazione dei redditi dell’anno in cui i canoni sono stati percepiti.

È importante notare che l’opzione per il regime agevolato può essere esercitata per ciascun contratto di locazione stipulato. Tuttavia, se si affittano porzioni di un’unica unità abitativa per periodi che si sovrappongono, l’esercizio dell’opzione per il primo contratto vincola anche il regime fiscale del contratto successivo. Nel caso in cui il contratto venga registrato volontariamente, la scelta del regime avviene al momento della registrazione.

Questi cambiamenti nella normativa fiscale potrebbero avere un impatto significativo sul mercato degli affitti brevi, già messo a dura prova dalla situazione economica attuale. Le associazioni di categoria chiedono un confronto con il governo per trovare soluzioni che possano sostenere le famiglie e il settore turistico, evitando ulteriori aggravamenti della situazione.

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