Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente dichiarato che la Russia “prenderĂ qualcosa” dall’Ucraina, sottolineando le condizioni imposte da Vladimir Putin per la conclusione del conflitto in corso. Queste affermazioni sono emerse dopo una telefonata tra Trump e Putin e un incontro alla Casa Bianca con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avvenuto il 15 gennaio 2025. Gli sviluppi di questi colloqui preannunciano un incontro cruciale tra Trump e Putin a Budapest, dove si delineeranno i futuri scenari dei negoziati.
Il confronto alla casa bianca
Durante il tumultuoso incontro del 15 gennaio, riportato dal Financial Times, Trump ha presentato a Zelensky una sorta di ultimatum, con momenti di tensione che hanno portato a un acceso scambio di opinioni. Fonti presenti hanno descritto Trump come particolarmente animato, al punto da scagliarsi contro le mappe del fronte ucraino, esprimendo la sua insistenza sulla necessitĂ che l’Ucraina accetti di cedere il Donetsk, una regione strategica nell’est del paese. Questa richiesta, secondo il Washington Post, sarebbe stata avanzata da Putin durante la loro conversazione tre giorni prima come condizione per la fine delle ostilitĂ .
L’incontro ha rievocato tensioni simili a quelle vissute durante un precedente incontro tra Trump e Zelensky nello Studio Ovale, avvenuto nel febbraio 2024. La disponibilitĂ di Trump a sostenere le richieste di Putin ha suscitato preoccupazioni, e durante il colloquio, il presidente americano ha negato la fornitura di missili Tomahawk all’Ucraina, affermando che non poteva compromettere la sicurezza degli Stati Uniti. Trump ha sottolineato che, sebbene fosse stato favorevole all’Ucraina, non poteva mettere in pericolo il proprio paese, evidenziando il timore di un’escalation del conflitto.
Le dichiarazioni di Trump sulla Russia
Trump ha chiarito che, a suo avviso, la conclusione della guerra è possibile anche senza l’invio di missili Tomahawk. Tuttavia, ha anticipato che Putin ribadirĂ le sue richieste territoriali durante il vertice di Budapest, affermando che la Russia “prenderĂ qualcosa” poichĂ© ha giĂ combattuto e conquistato territori. L’ex presidente ha richiamato alla memoria le azioni militari statunitensi in Medio Oriente, suggerendo che gli Stati Uniti sono stati gli unici a vincere guerre e poi ritirarsi senza mantenere il controllo.
Zelensky, dal canto suo, ha contestato la narrazione di Putin, sostenendo che l’Ucraina non sta perdendo la guerra e che le forze russe si trovano in una posizione di debolezza. In un’intervista a Meet the Press, il presidente ucraino ha evidenziato che, dall’inizio del conflitto, la Russia ha occupato solo l’1% del territorio ucraino, con pesanti perdite umane. Ha attribuito l’intensificazione dei bombardamenti russi sulle infrastrutture energetiche al tentativo di provocare una crisi in vista dell’inverno.
Zelensky sulla necessitĂ di resistere
Zelensky ha chiarito che l’Ucraina non intende concedere ulteriori territori e ha chiesto un cessate il fuoco immediato, sottolineando che le trattative di pace non possono svolgersi sotto attacco. Il presidente ucraino ha espresso la necessitĂ di un maggiore supporto da parte degli Stati Uniti, paragonando Putin a Hamas, ma riconoscendo che la Russia possiede un esercito molto piĂ¹ potente. Ha sottolineato che la pressione da Washington è fondamentale per il futuro del conflitto.
Zelensky ha anche menzionato che è pronto a partecipare al vertice di Budapest per discutere della pace, affermando che non possono esserci accordi riguardanti l’Ucraina senza la sua partecipazione. Ha descritto Putin come un “terrorista” e ha messo in evidenza la necessitĂ di un dialogo diretto, auspicando che Trump possa esercitare pressione su Putin affinchĂ© sia aperto a trattative di qualsiasi formato. La situazione rimane tesa, con l’attenzione internazionale rivolta al prossimo incontro tra i leader a Budapest, dove si decideranno le sorti del conflitto.