Imprese, l’economia del commiato registra un incremento del 4,9% dal 2019

Franco Fogli

Ottobre 19, 2025

L’industria funebre in Italia sta vivendo una fase di significativa evoluzione, caratterizzata da una crescente professionalizzazione e da un adeguamento alle nuove esigenze della società. Secondo i dati resi noti al 30 giugno 2025, sono attive nel Paese 7.050 imprese funebri, un incremento del 4,9% rispetto alle 6.720 registrate nel 2019. Queste informazioni provengono da Unioncamere-InfoCamere e dal rapporto Movimprese.

Distribuzione territoriale del settore

L’analisi del settore rivela una distribuzione territoriale non omogenea. Il Sud e le Isole si confermano come l’area con la maggiore densità di attività, con 3.266 imprese, corrispondenti al 46,3% del totale. Seguono il Nord Ovest con 1.508, il Centro con 1.311 e il Nord Est con 965. Alcune regioni hanno registrato un aumento notevole nel numero di operatori: la Puglia ha visto un incremento del 16% rispetto al 2019, seguita dalla Calabria (+13,1%), dalla Sicilia (+11,2%) e dalla Campania (+7,9%). Al contrario, le Marche hanno subito una riduzione dell’11,1% delle imprese, mentre la Valle d’Aosta ha registrato un calo ancor più marcato del 23,1%. In termini assoluti, la Sicilia è la regione con il maggior numero di imprese funebri, totalizzando 827, seguita dalla Lombardia con 773 e dalla Campania con 616.

Cambiamenti nella forma giuridica delle imprese

Un aspetto significativo è il cambiamento nella forma giuridica delle imprese. Negli ultimi sei anni, le società di capitale sono aumentate da 2.122 a 2.771, segnando un incremento del 30,6%. Questo dato indica una crescente strutturazione e professionalizzazione del settore. Al contrario, le imprese individuali sono diminuite da 2.557 a 2.386 (-6,7%) e le società di persone da 1.723 a 1.590 (-7,7%). Questo ridimensionamento suggerisce le difficoltà che le piccole realtà imprenditoriali affrontano in un contesto di costi crescenti e burocrazia complessa.

Incremento del numero di addetti nel settore

Il numero degli addetti nel settore funebre ha mostrato un andamento positivo tra il 2019 e il 2025, con un aumento complessivo dell’11,5% a livello nazionale. Le regioni che hanno registrato i maggiori incrementi di addetti includono la Sicilia (+33,8%), la Sardegna (+26,0%), il Lazio (+22,8%) e il Trentino-Alto Adige (+21,3%). Questi dati evidenziano un’espansione significativa in aree periferiche e insulari. Tuttavia, alcune regioni mostrano flessioni, come la Liguria (-10,9%), la Valle d’Aosta (-5,0%) e la Basilicata (-0,6%), indicando situazioni di contrazione economica locale. L’aumento degli addetti suggerisce un rafforzamento del settore, nonostante le differenze territoriali.

Una trasformazione in atto nel settore funebre

Il settore funebre si presenta come un mosaico in evoluzione, con un incremento del numero complessivo di imprese e una trasformazione apprezzabile nelle strutture organizzative. La domanda di servizi funebri è inevitabilmente legata a necessità umane fondamentali, ma le modalità di risposta delle imprese indicano un settore che si sta consolidando, allontanandosi da dimensioni artigianali. Le imprese stanno adottando forme più strutturate, aumentando la loro capacità di investimento e prestando maggiore attenzione al marketing e alla diversificazione dei servizi offerti. Le tendenze emerse dall’analisi indicano che il settore funebre è parte integrante della vita economica italiana, un comparto in continua evoluzione che merita attenzione non solo per il suo ruolo simbolico, ma anche per il contributo significativo che offre all’imprenditorialità nel Paese.

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