Il 19 ottobre 2025, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha rilasciato un avviso allarmante riguardante la situazione nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato, ci sarebbero “informazioni credibili” che suggeriscono un imminente attacco da parte di Hamas contro i civili. Questa comunicazione è stata indirizzata anche ai Paesi garanti dell’accordo di pace per Gaza, tra cui Qatar, Turchia ed Egitto. Il documento sottolinea che un’eventuale violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas rappresenterebbe una grave minaccia per la stabilità della regione e per i progressi ottenuti fino a questo momento attraverso il dialogo e la mediazione.
Attacco imminente e responsabilità di Hamas
Il Dipartimento di Stato ha evidenziato come l’attacco pianificato da Hamas, se avvenisse, violerebbe direttamente gli accordi di cessate il fuoco. Gli Stati Uniti hanno richiesto a Hamas di rispettare gli impegni presi, avvertendo che se le minacce dovessero concretizzarsi, sarebbero state adottate misure per tutelare la popolazione di Gaza e mantenere la tregua. Le autorità americane, insieme ad altri Paesi coinvolti, si sono dichiarate pronte a garantire la sicurezza dei civili e a promuovere la pace nella regione.
Nonostante l’allerta, i media americani non hanno fornito dettagli specifici riguardo agli obiettivi dell’attacco o ai luoghi interessati. Tuttavia, la tempistica di questa comunicazione coincide con le recenti dichiarazioni di Donald Trump, che ha minacciato un intervento militare se Hamas avesse continuato a colpire i civili. Fino ad ora, non sono arrivate risposte ufficiali da parte di Hamas, mentre il Times of Israel ha notato l’assenza di riferimenti specifici a possibili violenze contro i civili nell’accordo di cessate il fuoco.
Israele e la richiesta di restituzione degli ostaggi
Parallelamente, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito l’importanza del rispetto degli impegni da parte di Hamas, in particolare per quanto riguarda la restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti. La dichiarazione, diffusa attraverso il social media X, sottolinea che Israele non intende scendere a compromessi sulla questione e continuerà a lavorare instancabilmente per riportare a casa i corpi di tutti gli ostaggi, affinché possano ricevere una sepoltura dignitosa nel loro Paese.
Secondo le informazioni fornite dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), uno degli ostaggi, Ronen Tommy Engel, è stato ucciso durante l’attacco al kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre 2023 e il suo corpo è stato successivamente portato nella Striscia di Gaza. I media israeliani hanno ricordato che la moglie e le due figlie di Engel erano state rapite, ma liberate il mese successivo in seguito a un primo accordo di tregua.
La situazione continua a essere delicata, con le autorità israeliane che si dichiarano determinate a garantire il ritorno di tutti gli ostaggi e a mantenere la sicurezza nella regione, mentre la comunità internazionale osserva con apprensione gli sviluppi in corso.
