Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la sua volontà di trovare un accordo per porre fine al conflitto in corso, sottolineando l’importanza di un cessate il fuoco e di un dialogo costruttivo. Questa dichiarazione è avvenuta durante l’incontro con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, alla Casa Bianca, il 25 gennaio 2025. L’incontro è avvenuto a sole 24 ore dalla lunga conversazione telefonica tra Trump e il presidente russo, Vladimir Putin, e precede un imminente incontro tra Trump e Putin previsto a Budapest.
Trump ha affermato che è giunto il momento di fermare la guerra, dichiarando: “Metteremo fine a questa guerra. È ora di un accordo”. Durante la conferenza stampa che ha seguito il meeting, il presidente ha ribadito la necessità di cessare le ostilità , affermando che “è stato versato abbastanza sangue”. Il leader americano ha invitato sia Kiev che Mosca a fermarsi e a rivendicare la vittoria, lasciando che sia la storia a giudicare l’esito del conflitto.
Trump: la necessità di un accordo tra Zelensky e Putin
Nel corso della sua dichiarazione, Trump ha esortato le due parti in conflitto a smettere di combattere e a tornare alle loro famiglie. Ha evidenziato l’alto costo umano e finanziario della guerra, affermando che “migliaia di persone vengono massacrate ogni settimana”. La sua posizione è chiara: la guerra non sarebbe mai iniziata se lui fosse stato presidente e ora è tempo di trovare una soluzione pacifica.
L’incontro tra Trump e Zelensky ha visto una serie di discussioni approfondite, in particolare riguardo all’armamento. Il presidente ucraino ha messo in evidenza l’urgenza di ricevere missili Tomahawk, necessari per colpire obiettivi strategici in Russia. Zelensky ha proposto uno scambio con gli Stati Uniti, suggerendo che l’Ucraina potrebbe offrire droni in cambio di questi missili.
Il tema dei Tomahawk e le posizioni di Zelensky
Dopo il meeting, Zelensky ha confermato l’importanza dei missili Tomahawk per l’Ucraina, affermando che “non abbiamo i Tomahawk e ci servono”. Durante l’incontro, il presidente ucraino ha mostrato a Trump una mappa con potenziali obiettivi da colpire in Russia, inclusi settori delle difese russe e dell’economia militare. Queste informazioni, secondo fonti ucraine, potrebbero essere utilizzate per esercitare pressione su Putin affinché ponga fine al conflitto.
Tuttavia, Trump ha avvertito che la fornitura di Tomahawk potrebbe rappresentare un’escalation del conflitto. Ha dichiarato che “sarebbe un’escalation. I Tomahawk servono anche a noi”, evidenziando la cautela necessaria in questa fase delicata. Zelensky ha poi confermato che, sebbene l’argomento sia stato discusso, non ci sono state dichiarazioni definitive sulla questione dei missili.
La complessità della negoziazione e le aspettative future
La questione della negoziazione rimane complessa, con Zelensky che ha riconosciuto le difficoltà legate ai territori contesi. “È complicato, per noi la nostra terra è essenziale, è parte della nostra indipendenza“, ha affermato. Nonostante le sfide, il presidente ucraino ha espresso fiducia nella capacità di Trump di mediare e influenzare Putin per giungere a una risoluzione pacifica.
Quando i negoziati riprenderanno, il tema dei territori occupati dall’esercito russo sarà centrale. Zelensky ha paragonato la situazione attuale a precedenti conflitti, sottolineando che anche in situazioni complesse, come quella del Medio Oriente, è possibile trovare soluzioni attraverso il dialogo e la diplomazia. La posizione degli Stati Uniti rimane cruciale per il futuro del conflitto, con la speranza che una nuova fase di negoziati possa portare a un accordo duraturo.
