Lavoro, Treu: “Il cambiamento è costante, ma l’IA resta difficile da gestire”

Marianna Ritini

Ottobre 18, 2025

L’ex ministro Tiziano Treu ha condiviso le sue riflessioni sull’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) nel mondo del lavoro durante il festival StatisticAll2025, che si è tenuto a Treviso. Il professore emerito di diritto del lavoro all’Università Cattolica di Milano ha evidenziato come, nonostante l’IA stia evolvendo a ritmi vertiginosi, sia difficile comprendere le sue dinamiche e le conseguenze sul mercato del lavoro.

La percezione del cambiamento nel lavoro

Treu ha iniziato la sua carriera analizzando l’impatto dell’intelligenza artificiale già nel 1962, un periodo in cui il progresso sembrava inarrestabile. “Allora credevamo che il miglioramento fosse lineare e continuo”, ha affermato. Con il passare dei decenni, il professore ha notato un cambiamento significativo nel modo in cui le aziende e le istituzioni percepiscono l’innovazione tecnologica. Oggi, a differenza di 30 anni fa, la rapidità del cambiamento ha reso difficile per molti tenere il passo.

Treu ha sottolineato come le previsioni riguardanti l’occupazione siano diventate sempre più inaffidabili. “Negli anni passati, si facevano previsioni a lungo termine, ma ora è impossibile stabilire con certezza quale sarà il futuro del lavoro”, ha spiegato. Le incertezze riguardanti la qualità e la quantità delle professioni sono aumentate, lasciando spazio a narrazioni contrastanti tra chi è ottimista e chi è pessimista riguardo al futuro del lavoro.

Le opportunità e le incertezze dell’intelligenza artificiale

Treu ha messo in evidenza che, nonostante la crescita dell’IA porti con sé opportunità significative, ci sono anche molte incertezze. “Sappiamo che l’IA funziona in modo vertiginoso, ma non comprendiamo appieno i meccanismi alla base della sua evoluzione”, ha dichiarato. Questa tecnologia rappresenta una sfida, poiché non solo ha il potenziale di trasformare il mercato del lavoro, ma può anche portare a situazioni impreviste.

L’ex ministro ha citato ricerche internazionali, tra cui quelle dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e della Commissione Europea, per dimostrare come ci sia una mancanza di consenso riguardo all’impatto dell’IA. “Ci sono opinioni divergenti su quanto lavoro verrà creato o distrutto”, ha aggiunto. Tuttavia, Treu ha affermato che è più sicura la previsione sulla qualità del lavoro, che subirà cambiamenti significativi, richiedendo nuove attitudini e competenze.

Investimenti nella ricerca e nella formazione

Un altro tema centrale del suo intervento è stato l’importanza di investire nella ricerca e nella formazione. Treu ha evidenziato che molte aziende italiane stanno già utilizzando tecnologie avanzate da anni e non vedono un aumento della disoccupazione, ma piuttosto una trasformazione del lavoro stesso. “Le aziende devono investire di più nella preparazione dei lavoratori”, ha affermato, sottolineando che l’Italia deve migliorare i propri investimenti nella ricerca rispetto ad altri paesi.

La necessità di formare le nuove generazioni e di trasferire le conoscenze alle imprese è cruciale, secondo Treu. “L’Europa sta richiedendo analisi dei rischi legati all’uso delle tecnologie”, ha spiegato. Ha anche menzionato come l’IA possa migliorare la sicurezza sul lavoro, permettendo diagnosi più accurate e tempestive in contesti industriali complessi.

Treu ha concluso il suo intervento mettendo in luce le opportunità offerte dall’IA nel prevenire rischi e migliorare l’efficienza operativa, invitando a riflettere su come queste tecnologie possano essere integrate in modo efficace nel mondo del lavoro.

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