Il compositore Giovanni Allevi ha presentato il suo progetto ‘Allevi – Back to Life’, diretto da Simone Valentini, in occasione della Festa del Cinema di Roma, tenutasi il 14 ottobre 2025. Questo docufilm esplora la sua esperienza con la malattia e la successiva rinascita, culminando nella creazione di un concerto ispirato alla parola ‘mieloma’.
Approccio unico alla diagnosi
Il compositore, in un’intervista rilasciata all’Adnkronos, ha condiviso il suo approccio unico alla diagnosi di mieloma. “Dopo aver ricevuto la diagnosi, invece di chiedermi cosa sarebbe successo, mi sono chiesto quali note potessero corrispondere alle sette lettere della parola ‘mieloma’. Da questa riflessione è emersa una melodia straordinaria“, ha affermato Allevi. La sua idea di trasformare il dolore in musica ha guidato il suo percorso durante la malattia e ha ispirato il film. “Fin dal mio ingresso in ospedale, ho avuto l’obiettivo di scrivere una composizione basata su queste sette note, portando alla creazione di un concerto per violoncello e orchestra“, ha spiegato. La scelta del violoncello è stata influenzata dalla difficoltà di suonare il pianoforte a causa della tremarella delle mani. “Ho sognato di esibirmi sul palco con la musica che ho creato in corsia, come un diario delle mie emozioni, dalle ansie alle gioie più profonde”.
Il tema della lotta contro la malattia
Il film, arricchito da interviste a amici, musicisti e collaboratori, affronta il tema della lotta contro la malattia. Allevi viene descritto come un “eroe gentile”, capace di affrontare la sua condizione con un sorriso. “Sono fiero di questa definizione. Spero che il mio dolore e la mia paura non intacchino mai il mio sorriso”, ha dichiarato. Ha ricordato la sua ultima esibizione a Sanremo, dove parlò dell’anima e della sua esistenza oltre il corpo, un concetto di Kant che lo ha confortato nei momenti più difficili. “Entrare in contatto con una realtà più grande del dolore mi ha dato un grande sollievo“.
Scoperta dell’amore e dediche
Durante la malattia, Allevi ha scoperto “l’immenso amore che la gente ha per me”, una sorpresa inaspettata. “Quando incontro le persone, ci commuoviamo insieme. Significa che abbiamo superato le maschere e ci siamo connessi a qualcosa di puro e profondo”. Ha voluto trasmettere la voglia di vivere, nonostante le difficoltà. Il film è dedicato a sua sorella Stella, scomparsa poco dopo la diagnosi. “La mia gratitudine verso di lei è infinita. È stata un gigante nella mia vita, introducendomi alla musica, alla poesia e alla filosofia“.
Atmosfera unica sul set
Simone Valentini, regista del film, ha descritto l’atmosfera unica sul set. “Durante l’ultimo giorno di riprese, Giovanni ha sentito il bisogno di esprimere alcune cose. Così abbiamo realizzato la prima intervista del documentario, che è diventata il punto di partenza per il resto del progetto, commovente e significativo”. Ha aggiunto che la pazienza nell’attendere gli eventi futuri è stata una lezione importante durante la lavorazione del film.
Il sorriso come simbolo di resilienza
Il sorriso di Allevi, simbolo della sua resilienza, rappresenta la chiave di tutto. “Dopo aver attraversato momenti bui, emerge un sorriso e una semplicità che, in realtà, è una complessità risolta”, ha concluso il compositore, sottolineando che tale semplicità ha un costo.
