Eseguita la condanna a morte di Richard Djerf in Arizona per l’omicidio di quattro familiari nel 1993

Lorenzo Di Bari

Ottobre 18, 2025

Il 18 ottobre 2025, Richard Djerf, un uomo di 55 anni, ha subito l’esecuzione della pena di morte mediante iniezione letale all’interno di una prigione statale situata a Florence, in Arizona, Stati Uniti. Questo evento segna la quarta esecuzione avvenuta negli Stati Uniti nella settimana corrente. Djerf era stato condannato per l’omicidio di quattro membri della stessa famiglia, un crimine avvenuto nel 1993.

Il caso di Richard Djerf ĆØ particolarmente drammatico: egli ha assassinato Albert e Patricia Luna, genitori di un suo collega con cui aveva avuto conflitti. Durante l’atto violento, ha ucciso anche i figli della coppia, Damien, di soli cinque anni, e Rochelle, di diciotto anni, che era stata anche vittima di violenza sessuale. Djerf, in una lettera inviata il mese scorso, ha espresso il suo rammarico per le azioni commesse, affermando di essere pronto ad affrontare la morte e di non voler chiedere la grazia. “Se io non riesco a trovare un motivo per risparmiare la mia vita, quale motivo potrebbero avere gli altri?”, ha scritto.

Le esecuzioni negli Stati Uniti nel 2025

Nel corso del 2025, gli Stati Uniti hanno registrato un totale di 39 esecuzioni, il numero più elevato dal 2013. MartedƬ scorso, due uomini sono stati giustiziati in Florida e Missouri, mentre mercoledƬ un altro detenuto ha subito la stessa sorte in Mississippi. La Florida si distingue per aver effettuato il maggior numero di esecuzioni, ben 14, seguita dal Texas con cinque e dalla Carolina del Sud e dall’Alabama, entrambe con quattro. ƈ previsto che altre cinque esecuzioni si svolgano entro la fine dell’anno.

La situazione della pena di morte negli Stati Uniti ĆØ complessa: attualmente, 23 dei 50 stati americani hanno abolito la pena capitale. Altri tre stati, California, Oregon e Pennsylvania, hanno imposto una moratoria sulle esecuzioni, seguendo le decisioni dei rispettivi governatori. Questo panorama evidenzia un dibattito in corso sulla giustizia penale e sui diritti umani, con opinioni divergenti sulla moralitĆ  e l’efficacia della pena di morte come deterrente per i crimini violenti.

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