Cancro al seno iniziale Her2+: l’anticorpo farmaco-coniugato riduce del 53% il rischio di recidiva

Lorenzo Di Bari

Ottobre 18, 2025

Il 18 ottobre 2025, la European Society for Medical Oncology (Esmo) ha ospitato a Berlino la presentazione di due studi significativi che evidenziano il potenziale del trastuzumab deruxtecan come trattamento innovativo per il tumore al seno in fase iniziale. Questi risultati potrebbero rappresentare una svolta nella cura di questa malattia, che colpisce milioni di donne in tutto il mondo.

Il tumore al seno: un problema globale

Il cancro al seno si colloca come il secondo tumore più diffuso a livello mondiale e continua a essere una delle principali cause di morte per neoplasie. Nel 2022, sono stati registrati oltre due milioni di nuovi casi, con un tragico bilancio di oltre 665.000 decessi. In Italia, nel 2024, sono stati stimati quasi 53.700 nuovi casi di carcinoma della mammella, un incremento rispetto ai 48.000 casi del 2014. La gravità di questa malattia è accentuata nei carcinomi mammari in fase iniziale che esprimono la proteina Her2+, nei quali l’uso di un anticorpo monoclonale come il trastuzumab deruxtecan ha dimostrato di ridurre il rischio di recidiva del 53% rispetto a trattamenti precedenti come il T-DM1.

Risultati dello studio Destiny-Breast05

I risultati dello studio di Fase 3 Destiny-Breast05, presentati all’Esmo, hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza libera da malattia invasiva (IDFS) nei pazienti ad alto rischio di recidiva trattati con trastuzumab deruxtecan. Questo studio ha confrontato l’efficacia di trastuzumab deruxtecan con quella di trastuzumab emtansine (T-DM1) come trattamento post-neoadiuvante. A tre anni, il 92,4% dei partecipanti nel gruppo trattato con trastuzumab deruxtecan erano vivi e liberi da malattia invasiva, rispetto all’83,7% del gruppo T-DM1. Inoltre, è stata osservata una riduzione del rischio di recidiva a distanza del 51% e del rischio di metastasi cerebrali del 36% rispetto al T-DM1. La sopravvivenza globale, tuttavia, non era ancora matura al momento dell’analisi intermedia.

Implicazioni cliniche e futuri sviluppi

Giampaolo Bianchini, professore associato e responsabile del Gruppo mammella dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, ha sottolineato l’importanza dei risultati ottenuti. Per le pazienti con malattia residua dopo il trattamento neoadiuvante, il periodo post-neoadiuvante rappresenta un’opportunità cruciale per ridurre il rischio di recidiva. I risultati dello studio Destiny-Breast05 hanno il potenziale di trasformare la pratica clinica, stabilendo un nuovo standard di cura.

All’Esmo, sono stati presentati anche i risultati dello studio di Fase 3 Destiny-Breast11, che ha dimostrato un miglioramento significativo nel tasso di risposta patologica completa (pCR) quando trastuzumab deruxtecan è stato somministrato prima della chirurgia. Questo studio ha messo a confronto il regime con trastuzumab deruxtecan seguito da THP contro doxorubicina e ciclofosfamide, evidenziando il potenziale di un nuovo standard di cura per le pazienti ad alto rischio.

Trattamento e tecnologia innovativa

Il trastuzumab deruxtecan, un anticorpo monoclonale farmaco-coniugato, è progettato specificamente per il recettore Her2. Sviluppato da Daiichi Sankyo e AstraZeneca, questo trattamento innovativo utilizza una tecnologia avanzata che consente di colpire le cellule tumorali in modo mirato, riducendo i danni ai tessuti sani e migliorando la tollerabilità del trattamento. Con la continua evoluzione delle terapie oncologiche, trastuzumab deruxtecan potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nella gestione del tumore al seno in fase iniziale, offrendo nuove speranze a milioni di pazienti in tutto il mondo.

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