Il dibattito sull’eventuale visita di Vladimir Putin in Europa continua a suscitare interrogativi, soprattutto in merito ai crimini di guerra di cui è accusato. La Commissione Europea ha espresso soddisfazione per il recente vertice, mentre il governo ungherese si sta preparando a gestire le implicazioni di una potenziale visita del presidente russo.
Un incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump potrebbe avvenire “entro due settimane”, secondo quanto dichiarato dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il 30 gennaio 2025. Questa affermazione è giunta dopo una conversazione telefonica tra i due leader, durante la quale Trump ha suggerito la possibilità di un faccia a faccia a Budapest. Peskov ha sottolineato che c’è consenso sulla necessità di non posticipare ulteriormente il summit.
La posizione dell’ue sul vertice e le questioni logistiche
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha accolto con favore qualsiasi iniziativa che possa portare a una pace duratura in Ucraina. Olof Gill, portavoce della Commissione, ha ribadito che la posizione dell’ue sull’Ucraina è ben nota. Tuttavia, per un incontro sul territorio ungherese, permangono numerosi interrogativi, soprattutto di tipo logistico.
Le difficoltà riguardano principalmente la rotta aerea che Putin dovrebbe seguire per raggiungere Budapest. Una fonte diplomatica dell’ue ha chiarito che, sebbene gli Stati Uniti desiderino che Putin possa volare in Ungheria, non è chiaro come ciò possa avvenire. L’autorizzazione per sorvolare lo spazio aereo europeo è necessaria, e ci sono alternative, come una rotta che non attraversa l’Europa, ma non è certo se Mosca opterà per questa soluzione. L’ipotesi di un sorvolo dell’Ucraina è stata considerata poco prudente.
Anitta Hipper, portavoce della Commissione Ue, ha evidenziato che ogni Stato membro ha la facoltà di concedere deroghe al divieto di ingresso nello spazio aereo europeo. Anche se Putin e il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, sono soggetti a congelamento dei beni, non sono ufficialmente vietati dal viaggiare.
Il mandato d’arresto della corte penale internazionale
La Corte penale internazionale (Cpi) ha affermato che, qualora Putin dovesse recarsi a Budapest per il previsto incontro con Trump, dovrebbe essere arrestato. Dal 2023, esiste un mandato d’arresto nei suoi confronti per la responsabilità nell’invasione dell’Ucraina, iniziata oltre tre anni fa. Putin è accusato di crimini di guerra, in particolare per la deportazione di bambini ucraini. Nonostante ciò, ha continuato a viaggiare all’estero, con una recente visita in Tagikistan.
Un portavoce della Cpi ha ribadito che, nonostante l’Ungheria abbia annunciato la volontà di ritirarsi dallo Statuto di Roma, esiste un obbligo legale di arrestare Putin. Questo obbligo rimane in vigore fino a un anno dopo la notifica ufficiale al segretario generale delle Nazioni Unite, che avverrà il 2 giugno 2026. Il portavoce ha sottolineato che il ritiro dallo Statuto non pregiudica i procedimenti già in corso presso la Corte.
Attività del governo ungherese
Nel frattempo, Viktor Orbán, primo ministro ungherese, si sta attivando per preparare il possibile incontro. Ha riferito che Trump lo ha avvisato di prepararsi per un summit e che i ministri degli Esteri delle due nazioni hanno programmato di risolvere le questioni rimanenti entro una settimana. Orbán ha già dato il via alla creazione di un comitato organizzativo per il vertice.
Il premier ha anche comunicato che avrebbe avuto una conversazione telefonica con Putin, evidenziando che la recente chiamata tra Trump e Putin è stata la più lunga dall’inizio del secondo mandato di Trump, durando due ore e mezza. Le discussioni hanno riguardato la possibilità di un vertice a Budapest, che potrebbe svolgersi nei prossimi giorni.
