Il 16 ottobre 2025, Tonino Aceti, presidente di Salutequità, ha lanciato un allarme riguardo alla situazione dell’assistenza sanitaria in Italia, durante un incontro tenutosi a Roma. Nonostante l’aumento delle risorse destinate a questo settore, i servizi ai cittadini continuano a deteriorarsi. L’evento, che ha riunito un gruppo di lavoro sull’equità nella gestione delle patologie croniche, è stato reso possibile grazie al supporto di Sanofi e Ucb Pharma. Aceti ha evidenziato che, mentre le Regioni si concentrano sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e sul Decreto Ministeriale 77 del 2022, i risultati in termini di assistenza ai cittadini non mostrano segnali di miglioramento.
Il monitoraggio della situazione sanitaria
Aceti ha sottolineato che, secondo il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), ben cinque Regioni italiane non stanno rispettando gli standard previsti per l’assistenza sanitaria territoriale. Anche le Regioni che storicamente si sono distinte per le loro performance mostrano segni di declino nella gestione delle cronicità. I dati dell’Istat rivelano che circa il 40,5% della popolazione italiana, pari a 24 milioni di persone, vive con una patologia cronica, e 12,2 milioni di queste persone ne hanno almeno due. Questo è un dato preoccupante in un paese che sta invecchiando e dove la prevalenza delle malattie croniche aumenta con l’età.
Aceti ha messo in evidenza che, nonostante il finanziamento crescente per l’assistenza, la situazione non migliora per i cittadini. Solo un numero ridotto di Regioni ha integrato la cartella clinica nel Fascicolo Sanitario Elettronico, e si osserva una bassa aderenza alle terapie prescritte. Inoltre, il Piano Nazionale della Cronicità, attualmente in fase di aggiornamento, ha sempre trovato difficoltà a funzionare efficacemente a causa della mancanza di un finanziamento specifico e di un cronoprogramma chiaro.
Le preoccupazioni per il futuro dell’assistenza sanitaria
Il presidente di Salutequità ha espresso una forte preoccupazione per il futuro dell’assistenza sanitaria in Italia, affermando che la cronicità rappresenta una priorità sia per la salute pubblica che per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, le risposte da parte delle istituzioni sanitarie, sia nazionali che regionali, sembrano essere insufficienti e inadeguate. Aceti ha ribadito che è fondamentale che le istituzioni prendano coscienza della gravità della situazione e agiscano prontamente per garantire un’assistenza adeguata ai cittadini.
Il dibattito ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni, associazioni di pazienti, manager e professionisti del settore sanitario, tutti concordi nel riconoscere la necessità di un intervento immediato per affrontare le sfide legate alla gestione delle patologie croniche. La salute dei cittadini italiani è a rischio se non si adottano misure concrete e tempestive per migliorare l’assistenza e garantire che le risorse allocate siano utilizzate in modo efficace.