Un gruppo di ricerca composto da esperti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna ha recentemente messo in luce un innovativo approccio terapeutico per affrontare l’osteoartrosi, una delle patologie articolari più comuni e debilitanti a livello globale. Questa scoperta, presentata il 16 ottobre 2025, segna un importante passo avanti nel campo delle terapie rigenerative, promettendo di migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti affetti da questa condizione.
Un passo avanti nella ricerca sull’osteoartrosi
Il team di ricerca ha collaborato con diversi centri di ricerca e aziende europee per sviluppare terapie innovative in grado di ripristinare la funzionalità delle articolazioni compromesse. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Biomaterials, rappresenta il culmine del progetto europeo Admaiora, coordinato dal professor Leonardo Ricotti, esperto di Bioingegneria presso la Scuola Superiore Sant’Anna. Grazie a questa ricerca, gli scienziati hanno dimostrato il potenziale di un trattamento che combina biomateriali intelligenti e cellule staminali per ridurre l’infiammazione articolare e promuovere la rigenerazione del tessuto cartilagineo.
Nel corso dell’anno precedente, il gruppo aveva ottenuto risultati promettenti in laboratorio utilizzando cellule umane. Recentemente, i ricercatori hanno validato i loro risultati in modelli preclinici, evidenziando come un biomateriale iniettabile, caricato con cellule staminali e nanomateriali, stimolato tramite ultrasuoni, possa favorire la rigenerazione del tessuto danneggiato e migliorare la salute delle articolazioni, in particolare quelle del ginocchio.
Le dichiarazioni dei ricercatori
Il professor Leonardo Ricotti ha espresso entusiasmo per i risultati ottenuti, sottolineando il valore della ricerca italiana nel settore delle tecnologie per la medicina rigenerativa. Ha commentato che i risultati dello studio confermano l’efficacia di questo approccio terapeutico, portando nuove speranze per i pazienti affetti da osteoartrosi. Tuttavia, ha avvertito che saranno necessari ulteriori studi e finanziamenti per tradurre queste scoperte in terapie concrete.
La Dottoressa Matilde Tschon, ricercatrice presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli, ha evidenziato come questi traguardi siano frutto della dedizione degli esperti coinvolti e delle competenze multidisciplinari messe in campo. Ha messo in risalto l’importanza della ricerca traslazionale, che si svolge all’interno di strutture come il Rizzoli, contribuendo al progresso della medicina.
In aggiunta, la Dottoressa Gina Lisignoli ha dichiarato che il team sta attivamente cercando ulteriori fondi per proseguire la ricerca e pianificare uno studio clinico con i pazienti. Ha sottolineato l’efficacia del trattamento combinato e l’importanza di passare alla fase successiva della ricerca, che potrebbe portare a significativi miglioramenti nella cura dell’osteoartrosi.
Il progetto Admaiora rappresenta un esempio di collaborazione efficace tra università , centri di ricerca e ospedali, con l’obiettivo di trasformare risultati scientifici in soluzioni cliniche pratiche, capaci di migliorare la vita delle persone affette da osteoartrosi.