Il 15 ottobre 2025, il Corpo Azov ha lanciato un’accusa contro le forze russe, sottolineando l’uso crescente di droni Shahed modificati. Questi dispositivi, originariamente progettati per colpire obiettivi fissi, sono ora impiegati anche per attacchi a obiettivi mobili, aumentando così la loro efficacia sul campo di battaglia. La denuncia arriva mentre le forze ucraine, compreso il Corpo Azov, si trovano a fronteggiare un’intensificazione degli attacchi aerei nella regione di Donetsk.
Il nuovo utilizzo dei droni shahed
I droni Shahed, originariamente sviluppati in Iran e ora assemblati anche in Russia, hanno subito significative modifiche che ne amplificano le capacità . Questi droni, di dimensioni contenute e altamente manovrabili, sono stati adattati con telecamere e modem, permettendo loro di operare come droni FPV (First Person View). Questa innovazione consente di trasmettere in tempo reale le immagini raccolte sul campo, offrendo un vantaggio strategico ai piloti. La possibilità di manovrare i droni a distanza ravvicinata ha cambiato le regole del gioco, rendendo i soldati del Corpo Azov e altre unità ucraine obiettivi più vulnerabili.
Le prime segnalazioni di queste modifiche risalgono a marzo 2024, quando si è notato un cambiamento nel modo in cui gli Shahed venivano utilizzati. Prima di queste innovazioni, i droni erano limitati a colpire obiettivi fissi, seguendo coordinate preimpostate al momento del lancio. Tuttavia, l’aggiunta di sistemi di comunicazione wireless ha permesso di trasformarli in piattaforme più versatili, capaci di adattarsi rapidamente alle condizioni del campo di battaglia. Questa evoluzione ha reso i droni Shahed una minaccia costante per i soldati ucraini, che ora devono affrontare un nemico in grado di colpirli in modo più preciso e imprevedibile.
Le conseguenze sul campo di battaglia
L’adozione di droni Shahed modificati ha avuto un impatto significativo sulle dinamiche del conflitto in corso. Le forze ucraine, già sotto pressione, si trovano ora a dover sviluppare nuove strategie per contrastare questa minaccia aerea. L’aumento della frequenza e dell’efficacia degli attacchi aerei ha portato a un incremento delle perdite tra le truppe ucraine, che si sono trovate a dover combattere non solo contro le forze terrestri russe, ma anche contro un nemico che può colpirle dall’alto con maggiore precisione.
La capacità dei droni di attaccare obiettivi mobili, come treni in movimento o unità di soldati, ha costretto le forze ucraine a rivedere i loro protocolli di sicurezza e le modalità di dispiegamento. La necessità di proteggere i propri soldati da attacchi aerei improvvisi ha reso la situazione ancora più critica, contribuendo a un clima di incertezza e paura tra le truppe. Le forze ucraine stanno intensificando gli sforzi per sviluppare contromisure efficaci, ma la sfida rimane complessa, data la continua evoluzione delle tecnologie utilizzate dai russi.
In questo contesto, il Corpo Azov ha evidenziato la necessità di un supporto internazionale per affrontare la crescente minaccia rappresentata dai droni. La situazione nella regione di Donetsk continua a essere tesa, con le forze ucraine che si preparano a rispondere a un conflitto che sembra destinato a protrarsi nel tempo.