Il 18 ottobre 2025 rappresenta una data cruciale per il futuro delle relazioni internazionali, in particolare per il programma nucleare iraniano. Questo giorno segnerà la scadenza della Risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha regolato l’accordo sul nucleare iraniano, noto come Jcpoa. L’ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, ha sottolineato l’importanza di questa data, definendola “storica” e invitando l’Europa a riconsiderare le proprie politiche per recuperare un ruolo credibile sulla scena globale.
Dichiarazioni dell’ambasciatore iraniano
Il 15 ottobre 2025, Sabouri ha rilasciato un’intervista all’agenzia Adnkronos, esprimendo la sua opinione riguardo all’uso del meccanismo dello “snapback” da parte di Francia, Regno Unito e Germania. Secondo lui, tale azione non ha alcuna giustificazione legale, logica o morale. L’ambasciatore ha affermato che l’Europa ha ancora l’opportunità di riconsiderare le proprie politiche per ripristinare la propria forza e credibilità come attore internazionale. Ha evidenziato come il ripristino delle sanzioni contro l’Iran, voluto dai tre Paesi europei, abbia messo in luce le divergenze tra i membri del Consiglio di Sicurezza e la mancanza di consenso sulle misure restrittive contro la Repubblica Islamica.
Sabouri ha espresso il suo rammarico per il fatto che l’Europa non abbia imparato dal passato, preferendo seguire interessi esterni piuttosto che agire in modo autonomo. Ha descritto l’influenza degli Stati Uniti, in particolare l’amministrazione Trump, come un fattore che ha indebolito l’indipendenza e la credibilità delle potenze europee coinvolte nei negoziati sul nucleare.
Implicazioni delle azioni europee
L’ambasciatore ha avvertito che l’attivazione dello snapback potrebbe trasformare i tre Paesi europei in attori inefficaci nei rapporti con l’Iran. Questa azione ha anche avuto un impatto negativo sui colloqui tra Teheran e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, compromettendo ulteriormente l’accordo di Cairo. Sabouri ha sottolineato che, anche nel caso in cui il Parlamento iraniano decidesse di ritirarsi dal Trattato di Non Proliferazione, il governo non avrebbe le basi legali per fermare tale decisione.
Inoltre, l’ambasciatore ha messo in evidenza le ripercussioni sulla credibilità del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’uso dello snapback senza seguire le procedure legali ha minato la fiducia nelle decisioni del Consiglio e ha messo a rischio la pace e la sicurezza internazionali. Ha criticato l’Europa per aver abbandonato i principi di pacifismo, adottando una politica di “pace attraverso la forza”.
Situazione nella Striscia di Gaza
Sabouri ha anche affrontato la questione della Striscia di Gaza, denunciando la situazione dei palestinesi, che da oltre 700 giorni vivono sotto condizioni di grave sofferenza. L’ambasciatore ha lamentato che l’Europa non ha saputo svolgere un ruolo significativo nel promuovere la pace e la stabilità nella regione. Ha richiamato l’attenzione sulle violazioni da parte del regime israeliano, affermando che coloro che desiderano la pace devono vigilare affinché tali comportamenti non si ripetano.
In un contesto internazionale in continua evoluzione, le parole di Sabouri evidenziano le tensioni persistenti e le sfide che l’Iran e l’Europa devono affrontare mentre si avvicina la scadenza della Risoluzione 2231. La comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi futuri, consapevole delle possibili ripercussioni sulla stabilità regionale e globale.