Consiglio per la Pace: Trump frena su Blair, futuro incerto nel piano per Gaza

Franco Fogli

Ottobre 15, 2025

Il 15 ottobre 2025, il vertice su Gaza tenutosi a Sharm el-Sheikh ha visto la partecipazione di figure di spicco, tra cui Tony Blair e Donald Trump. Durante l’evento, il presidente degli Stati Uniti ha proposto Blair come possibile leader del nuovo ‘Board of Peace‘, un organismo destinato a supervisionare la transizione della Striscia di Gaza. Tuttavia, emergono già delle incertezze riguardo a questa nomina, poiché Trump stesso ha espresso preoccupazioni sulla popolarità dell’ex primo ministro britannico nella regione.

Tony Blair, visibilmente soddisfatto, ha posato accanto a Trump mentre i leader presenti rendevano omaggio al presidente americano per i suoi sforzi verso la pace a Gaza. Nonostante l’apparente affiatamento tra i due, il presidente statunitense ha rivelato, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One diretto in Israele, di avere riserve sulla scelta di Blair per il ‘Board of Peace‘. In particolare, Trump ha dichiarato: “Mi è sempre piaciuto Tony, ma voglio scoprire se è una scelta accettabile per tutti”. Questo lascia aperta la questione della reale accettazione di Blair tra le varie fazioni palestinesi.

Le reazioni delle fazioni palestinesi

Secondo le fonti britanniche, la nomina di Blair non trova unanimità tra le fazioni palestinesi. L’ex primo ministro ha ricevuto il sostegno dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) durante un incontro avvenuto ad Amman con Hussein al-Sheikh, vice presidente dell’ANP. Questo incontro ha rappresentato il primo passo concreto per testare il potenziale nuovo ruolo di Blair nella leadership palestinese. Tuttavia, il movimento Hamas, che non dovrebbe avere un ruolo nel governo di Gaza, si oppone fermamente all’idea di un coinvolgimento di Blair e alla creazione di un ‘Board‘ che potrebbe essere visto come un ‘guardiano straniero‘ della Palestina.

Blair ha recentemente partecipato a incontri a New York con i leader arabi, che hanno contribuito alla formulazione del piano in 20 punti di Trump per la pacificazione di Gaza. Nonostante ciò, il suo approccio in Giordania è stato il primo tentativo di sondare la disponibilità della leadership palestinese verso un suo possibile coinvolgimento. La situazione si complica ulteriormente, poiché anche il partito laburista britannico non sembra entusiasta all’idea di un ruolo attivo di Blair in questo contesto.

Il profilo basso di Blair

In questo clima di incertezze, l’ex primo ministro britannico ha scelto di mantenere un profilo basso, evitando di rilasciare dichiarazioni che potrebbero compromettere la sua posizione. A Sharm el-Sheikh, ha eluso con un sorriso le domande di un giornalista di Sky News riguardo al suo possibile ruolo nel ‘Board of Peace‘, dimostrando una certa cautela. La sua strategia sembra essere quella di lavorare lontano dai riflettori, cercando di navigare in un contesto politico complesso e delicato.

Le dinamiche attuali suggeriscono che, nonostante le intenzioni di Trump e il sostegno di alcune fazioni palestinesi, il futuro di Blair come leader del ‘Board of Peace‘ rimane incerto. La sua figura continua a suscitare controversie, specialmente in relazione al suo passato e al ruolo avuto nella guerra in Iraq, che lo rendono una figura divisiva nel contesto del Medio Oriente.

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