Bimbo di due anni deceduto in ospedale a Roma, cinque medici sotto processo

Marianna Ritini

Ottobre 15, 2025

Il 15 ottobre 2025, il Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) di Roma ha disposto il rinvio a giudizio di cinque medici dell’Ospedale Bambino Gesù, accusati di omicidio colposo in relazione alla morte del piccolo Giacomo Saccomanno. Il bimbo, di soli due anni, è deceduto il 3 gennaio 2019 a causa di un intervento chirurgico durante il quale, secondo l’accusa, un pacemaker sarebbe stato impiantato in modo errato.

Il caso di giacomo saccomanno

La vicenda che ha portato all’apertura del fascicolo giudiziario ha avuto inizio con una prima inchiesta, successivamente archiviata. Tuttavia, nuovi elementi emersi hanno spinto i magistrati di piazzale Clodio ad approfondire la questione. Il piccolo Giacomo, nato a Rosarno e affetto da una grave patologia cardiaca, era stato trasferito dall’Ospedale Bambino Gesù di Taormina a Roma. Qui, secondo le accuse, i medici avrebbero agito con un “macroscopico ritardo”, posizionando in modo errato le cannule arteriosa e venosa, mentre il paziente versava in un grave stato di emergenza.

La procura ha evidenziato comportamenti di negligenza, imprudenza e imperizia da parte dei medici coinvolti. Attualmente, i genitori e i nonni del piccolo Giacomo hanno assunto il ruolo di parti civili nel processo, assistiti dagli avvocati Jacopo Macrì e Domenico Naccari, per cercare giustizia in un caso che ha suscitato grande attenzione mediatica.

La posizione dei medici e la difesa

Per l’avvocato Gaetano Scalise, che difende i cinque medici accusati, la decisione del GUP appare incomprensibile, soprattutto considerando le richieste della procura, che aveva sollecitato una perizia e il proscioglimento degli indagati. Scalise ha sottolineato che le posizioni dei medici sono state trattate senza alcuna differenziazione, segnalando un approccio superficiale da parte del tribunale. Ha descritto la situazione come una vicenda triste, in cui prevale la componente umana, e ha espresso la volontà di dimostrare l’innocenza dei suoi assistiti durante il dibattimento.

Il processo inizierà il 19 novembre 2025 davanti alla nona sezione del tribunale di Roma, dove si svolgeranno le udienze per chiarire le responsabilità e le circostanze che hanno portato alla morte del piccolo Giacomo.

Le parole del nonno

Il nonno del bimbo, Giacomo Saccomanno, ha espresso la sua soddisfazione per la decisione del GUP, affermando che dopo anni di battaglie legali e perizie contestate, finalmente si intravede un barlume di giustizia. Ha dichiarato che il processo rischia di finire in prescrizione a causa dei tempi lunghi, evidenziando un fallimento del sistema giudiziario. Secondo il nonno, il piccolo Giacomo avrebbe potuto essere salvato e ha ribadito la sua determinazione a continuare a lottare affinché venga fatta giustizia. Ha raccontato come, nonostante l’urgenza della situazione, il bambino non sia stato operato tempestivamente, nonostante le chiare indicazioni dei medici.

Inoltre, ha manifestato la sua intenzione di presentare un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e di segnalare l’accaduto al procuratore capo, criticando l’atteggiamento di un pubblico ministero che, secondo lui, è giunto in aula senza una preparazione adeguata sul caso. La battaglia per la verità e la giustizia continua, mentre il processo si avvicina e le speranze di una risposta definitiva rimangono vive.

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